Il Mattino-Tarda l'anticipo della riforma
TARDA L'ANTICIPO DELLA RIFORMA ELENA ROMANAZZI I bambini di due anni e mezzo e di cinque anni e mezzo, sapranno solo ai primi di settembre se saranno riaperte le iscrizioni per la materna e la pri...
TARDA L'ANTICIPO DELLA RIFORMA
ELENA ROMANAZZI
I bambini di due anni e mezzo e di cinque anni e mezzo, sapranno solo ai primi di settembre se saranno riaperte le iscrizioni per la materna e la prima elementare. L'accelerata che Letizia Moratti voleva dare alla riforma con un decreto (già pronto per essere presentato domani a Palazzo Chigi) è stata fermata dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione che si è preso tempo fino al 26 agosto per dare un parere sull'ingresso anticipato a scuola e sull'applicazione in via sperimentale dei nuovi programmi di materne e elementari. Parere che non è vincolante ma che deve essere comunque emanato. Resta, però, ferma l'intenzione del ministro, anche se potrà farlo a settembre, di far riaprire le iscrizioni alle scuole che aderiranno alla sperimentazione della riforma. Le difficoltà di organizzazione che si profilano non vengono definite al ministero "determinanti" per abbandonare il progetto.
Riforma al via. In attesa del parere del Cnpi, la riforma partirà a settembre ma solo in quelle regioni che hanno stipulato un accordo con il ministero per quanto riguarda le superiori e in particolar modo gli istituti professionali. Sono sei le regioni che hanno aderito alla proposta del ministro Moratti: Trentino, Lombardia, Puglia, Piemonte, Molise e Lazio. Per le materne e le elementari bisognerà attendere ancora. Nel corso della riunione al Cnpi, il ministro si è presentato con un progetto, giudicato poco esplicativo. Non solo. Il consiglio nazionale si è lamentato di non avere il decreto, necessario per comprendere se esiste una copertura finanziaria e se ci sono i docenti per avviare la riforma. Letizia Moratti si è impegnata a fornire la documentazione entro le prossime 24 ore ma questo non basterà per avere il parere subito.
Le polemiche. L'ingresso anticipato a scuola per decreto ha scatenato un putiferio. I senatori del centro sinistra hanno annunciato l' assoluta opposizione alla sperimentazione, considerata, quest'ultima, un vero e proprio blitz. Dure critiche contro la Moratti sono state fatte dai parlamentari diessini Maria Chiara Acciarini e Fulvio Tessitore, dal Verde Fiorello Cortiana, da Albertina Soliani e Enzo Carra della Margherita che hanno definito la Moratti "la cenerentola del Consiglio dei Ministri", perché incapace di far rispettare la scuola dal punto di vista delle risorse. Alle critiche ha risposto il responsabile scuola di An, Giuseppe Valditara: "La riforma non è stata approvata al Senato per il continuo ostruzionismo dell'opposizione in commissione, quando sarebbe opportuno un costruttivo confronto in Parlamento. E invece si assiste ad una politica fondata sulle accuse e sul pensiero scolastico di Sergio Cofferati". Valditara ricorda al centro-sinistra che la sperimentazione è consentita grazie all'articolo 11 del Dpr 275 del '99, la legge sull'autonomia voluta dal centrosinistra.
I sindacati. La mossa a sorpresa del ministro, anche se momentaneamente congelata, ha scatenato la reazione a catena dei sindacati di categoria. Il leader della Cgil-scuola parla di "prevaricazione" sul Parlamento. Dello stesso parere Daniela Culturani della Cisl che vede nella sperimentazione "una forzatura politico istituzionale che rischia di compromettere il dialogo tra le forze politiche". Critico anche il segretario dello Snals, Fedele Ricciato: "Non è proponibile una rivoluzione sul piano didattico ed organizzativo della scuola dell'infanzia ed elementare senza aver avviato adeguati piani di formazione per i docenti e valutato le ricadute sul piano delle strutture e degli organici". Per Alessandro Ameli della Gilda, la sperimentazione è un errore tecnico e politico. "Il parere del Cnpi - spiega Ameli - non può essere aggirato senza una gaffe istituzionale. Se vengono superati gli ostacoli tecnici non si può dimenticare che le problematiche di natura didattico pedagogica sono serie e presuppongono la preparazione dei docenti". Cauto il presidente dell'Associazione italiana dei presidi, Giorgio Rembado: "La sperimentazione non mi scandalizza, ma ogni istituto deve decidere in piena autonomia. Certo i tempi per partire sono ristretti e potrebbero creare difficoltà".