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Il Mattino/Salerno: «Ma il bullismo a scuola non si ferma così»

LE REAZIONI DEI PRESIDI AL PIANO DEL GOVERNO CONTRO LE VIOLENZE IN CLASSE

08/02/2007
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Il Mattino

CONCITA DE LUCA Il piano antibullsimo «Smonta il bullo» presentato dal ministro Giuseppe Fioroni non stupisce la classe dirigente della scuola media secondaria di Salerno. «Nulla di nuovo». È questa la frase con la quale si commenta la campagna contro la violenza nelle scuole e negli stadi. Gli elementi di novità per i presidi salernitani si rintracciano in alcuni strumenti come la realizzazione del numero verde - 800669696, in funzione dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 14 e dalle ore 14 alle ore 19), del sito internet - www.smontailbullo.it - e degli "osservatori"; per il resto, invece, il progetto non sorprende più di tanto. «Sono state riprese le norme previste nello Statuto Studentesse e Studenti fatte da Berlinguer - sottolinea Donato Menotti, dirigente scolastico dell'Istituto Tecnico Industriale ”Focaccia” - Purtroppo il ministro Fioroni fa più propaganda che politica concreta. Credo, invece, nella validità degli strumenti che permettono di interagire, quali appunto il numero verde ed il sito internet». Nicola Scarsi, preside del liceo scientifico ”Da Procida”, commenta così il piano: «chi non sarebbe d'accordo sull'idea di una scuola delle regole ed al tempo stesso in grado di recuperare. Le proposte lanciate dal Ministro non sono altro che pannicelli caldi». Sull’ipotesi, lanciata dallo stesso Fioroni, di chiamare in causa contro il bullismo Dante e Benigni Scarsi aggiunge: «Non credo si possano risolvere problemi come questi in tal modo. Apprezzo molto Benigni, ma qui parliamo di altro». Per Scarsi il nodo è nel «reimpostare la società, riprendendo ex novo il discorso educativo, chiamando in causa la politica, la famiglia, la scuola e le agenzie educative. Per non parlare poi della necessità di combattere l'ignoranza che si annida nella scuola». Favorevole ad un strategia che adotti modelli vicini al mondo in cui viviamo è il dirigente dell'Istituto Tecnico per Geometri ”Di Palo”, Antonio Bisogno. «Tutte le idee sono utili. È tempo di segnali e chiamare in causa personaggi come Benigni potrebbe giovare anche perché i ragazzi sono molto attenti a ciò che li circonda. Tra l'altro lo sentirebbero vicino a loro». Bisogno se da un lato apprezza lo spirito propositivo del piano, dall'altra pone delle perplessità: «Mi lascia riflettere questo voler calare dall'alto una linea guida, come se fino ad oggi non si fosse fatto nulla. L'approccio lanciato dal piano antibullismo è nel Dna della scuola. Il nocciolo della questione è nella società». Sulla necessità di aprire lo spettro d'analisi al mondo esterno punta l'attenzione Salvatore Cicenia, dirigente dello scientifico ”Da Vinci”: «Occorre allargare l'analisi. Il bullo è bullo anche fuori e questo deve spingere a prevedere un salto dalla scuola alla comunità educante tutta». Pur concordando sul piano Fioroni, Cicenia ribadisce però un punto: «in questo quadro i presidi soffrono un po’ la solitudine del principe. Al fronte restiamo soli, è questa la grande amarezza».


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