Il Mattino-DOCENTI SCRIVONO ALLA MORATTI
DOCENTI SCRIVONO ALLA MORATTI "No alla legge delega, sì agli investimenti" "Chiediamo il ritiro della legge delega di riforma del sistema scolastico, la cancellazione dei previsti tagli degli org...
DOCENTI SCRIVONO ALLA MORATTI
"No alla legge delega, sì agli investimenti"
"Chiediamo il ritiro della legge delega di riforma del sistema scolastico, la cancellazione dei previsti tagli degli organici, un piano di investimenti a favore della scuola pubblica". Così comincia la lettera aperta inviata al ministro della Pubblica istruzione, Letizia Moratti, dai professori di sette coordinamenti (Napoli, Milano, Torino, Roma, Palermo, Rimini, Bari), che hanno costituito una sorta di rete della resistenza in difesa della scuola pubblica. Tra gli insegnanti è un continuo scambio di notizie, un tam tam di proteste che si va estendendo da Bolzano a Palermo. Il documento, che sta facendo il giro delle scuole italiane, è una sintesi nella quale i docenti chiedono prima di tutto il ritiro della legge delega considerata uno strumento non idoneo per modificare il sistema scolastico. Nella lettera vengono esaminati in dettaglio i punti negativi della riforma. "Contestiamo la rigida separazione tra i licei e l'istruzione professionale - spiegano i prof -A tredici anni si sarebbe costretti ad una opzione precoce tra un ordine di scuola in cui si 'studia' ed un altro in cui si 'impara il mestiere'. La possibilità di passaggio da un sistema all' altro sarebbe puramente teorica e la scelta effettuata condizionerebbe l' intera vita dell' individuo".
Ma non è tutto: gli insegnanti chiedono la diminuzione del numero di allievi per classe, la diffusione di un sostegno finalizzato al superamento delle difficoltà di apprendimento degli alunni, investimenti massiccci nelle aree a rischio. "Contestiamo la riduzione del tempo-scuola a 25 ore settimanali di base che rende facoltative discipline di forte valenza culturale quali le lingue straniere, l' educazione artistica, fisica e musicale - aggiungono i docenti - Ci opponiamo alle nuove modalità previste per lo svolgimento degli esami di Stato: la commissione esclusivamente interna presenta evidenti rischi di autoreferenzialità, il che porterà ad un conseguente abbassamento dei livelli dei contenuti appresi; inoltre, non vi sarà più controllo e garanzia di qualità per quanto riguarda le istituzioni private".
I docenti contestano anche l' anticipazione dell' iscrizione a due anni e mezzo per la scuola dell' infanzia e a cinque anni e mezzo per il primo anno delle elementari. "È una scelta che porterebbe nelle classi alunni con una distanza di età di venti mesi - spiegano -. Inoltre, ci opponiamo alla riforma degli organi collegiali che, invece di rendere effettiva la partecipazione, ne riduce il peso, assegnando un potere eccessivo ai dirigenti".
be. ru.