Il Mattino/Caserta: In quattro anni sono previste notevoli riduzioni dell’organico
Continua a far discutere il decreto legge numero 112 che, di fatto, ha stravolto il mondo della scuola.
DIAMANTE MAROTTA
Continua a far discutere il decreto legge numero 112 che, di fatto, ha stravolto il mondo della scuola. Posti da annullare in quattro anni, riduzione di organici, oltre all'introduzione di importanti novità nelle situazioni di malattia del personale. Novità che si traducono, è il caso di dire, in restrizioni e penalizzazioni non indifferenti. Soprattutto per chi dovesse ammalarsi con una certa frequenza. L'articolo 71 del decreto, infatti, prevede che ai dipendenti pubblici nei primi dieci giorni di ogni periodo di malattia si assegni solo lo stipendio base. Con esclusione di ogni indennità e trattamento accessorio. Ciò significa che una percentuale della paga riguardante la giornata lavorativa verrebbe così decurtata. Una norma che penalizza non poco i lavoratori che durante l'anno usufruiscono di pochi giorni di malattia. La restrizione riguarda anche la fascia di reperibilità che si estenderà quasi di tre volte rispetto all'attuale: da quattro ore complessive al giorno (10-12 e 17-19) a ben 11 ore: dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20. Il medico fiscale potrà essere inviato dal dirigente anche nel caso di assenza di un solo giorno. Immediata la risposta dei sindacati secondo i quali la lotta ai «fannulloni» e l'attacco alle assenze, si traduce in una grave limitazione dei diritti dei dipendenti pubblici e una perdita secca in termini salariali. «È l'ennesima minaccia pubblicitaria che si fa - sottolinea il segretario provinciale dello Snals, Carlo Dennetta. I politici guardassero nel loro comparto dove fannulloni ce ne sono stati e continuano a starci. Per quanto riguarda i conteggi dei giorni di malattia, la scuola è particolare e spesso nel calcolo della percentuale delle assenze non si tiene conto che la stragrande maggioranza di docenti è di sesso femminile che, fortunatamente, continuano a provvedere al rinnovo della nostra società. Le nuove norme offendono la categoria dove i docenti già danno e danno parecchio con uno stipendio sottovalutato e lavorando in ambienti dove la regola della sicurezza è un optional». Per il segretario regionale della Cisl scuola, Vincenzo Brancaccio «l'intervento legislativo è solo una montatura. Abbiamo un atteggiamento del ministro Brunetta che tende a criminalizzare solo la categoria invece di colpire veramente chi si mette nelle condizioni di non rispettare la norma. Il Governo - continua Brancaccio - farebbe bene assicurare una scuola efficiente, sostituendo alla politica dei tagli indiscriminati una politica di investimenti». Sulla stessa lunghezza il segretario provinciale della Cgil scuola, Enrico Grillo. «Mi sembra un provvedimento altamente discriminante nei confronti dei lavoratori del settore pubblico, costretti a lavorare con scarsità di mezzi e che comunque si prodigano per assicurare servizi essenziali ai cittadini. Nella scuola il disagio è ancora più forte. Additare i lavoratori della scuola - prosegue Grillo - è fondamentalmente ingiusto e sostanzialmente immotivato. Ai dirigenti scolastici, insegnanti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici dovrebbero, invece, andare la gratitudine dello Stato e non provvedimenti punitivi».