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Il Manifesto-Un giorno perso per la scuola

Un giorno perso per la scuola Moratti non convince i sindacati. Ma in piazza solo i Cobas IAIA VANTAGGIATO Per la scuola giornata ricca di incontri inconcludenti. Con un "nulla di fatto" ...

13/12/2001
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il manifesto

Un giorno perso per la scuola
Moratti non convince i sindacati. Ma in piazza solo i Cobas
IAIA VANTAGGIATO

Per la scuola giornata ricca di incontri inconcludenti. Con un "nulla di fatto" si è concluso - nella mattinata di ieri - l'incontro tra la sottosegretaria all'istruzione, Valentina Aprea e i sindacati. Sul documento Bertagna "restano in piedi tutte le nostre perplessità" ha dichiarato - per la Uil - Noemi Ranieri, evidenziando polemicamente l'unica novità emersa dall'incontro: "Per la prima volta abbiamo avuto la conferma che alla riduzione dell'orario scolastico corrisponderà la riduzione del numero delle discipline". Nonché del numero degli insegnanti, verrebbe da aggiungere. Soddisfatti, invece, sembrerebbero i sindacati in merito alla nuova scansione dei cicli: cinque anni più tre più quattro. L'anno mancante? Se ne riparlerà.
Perplessità esprime anche la Cisl scuola nel corso della conferenza nazionale sul diritto all'istruzione e alla formazione, cui ha preso parte Letizia Moratti. Di luci e ombre - ha dichiarato Daniela Colturani, segretaria generale - è fatto il progetto di riforma Bertagna che pure viene definito "democratico e di consultazione". Per informazioni, rivolgersi ai membri della commissione che quel progetto hanno disconosciuto. Tra le luci, comunque, "la rivalutazione della scuola dell'infanzia, del ruolo della famiglia nell'ambito delle scelte, l'innalzamento della qualità". In ombra restano la determinazione degli organici nella scuola primaria, il destino riservato al tempo pieno, l'insufficienza di dodici anni di scuola (buona al mattino, la scansione dei cicli viene retrocessa nel pomeriggio), la riduzione delle ore di lezione, il ritorno alla figura di un unico maestro alle elementari. Questioni secondarie visto che la riforma viene già data per scontata: "Vogliamo avere chiara la direzione in cui muoversi. Anche dopo la riforma, quando sarà stata realizzata".
Duro l'attacco, infine, contro la Cgil accusata di voler fare della scuola un terreno ideologico di scontro e rea di aver organizzato a Perugia, per il 19, una manifestazione di protesta contro i provvedimenti sulla scuola e l'istruzione presentati dal governo. Che, dal canto suo, non perde l'occasione di tacere: "Vorrei una scuola pubblica di grande qualità per tutti - ha dichiarato Moratti durante il convegno organizzato dalla Cisl - attenta alla crescita della persona, che dia la possibilità di successo ad ogni ragazzo". Meno male, c'eravamo distratti: eccola qua la chiave, il successo. Liquidato con una battuta l'argomento parità scolastica - "Non è all'ordine del giorno" - Moratti ha poi espresso apprezzamenti nei confronti del sindacato per il suo "utile apporto", per "aver mostrato di condividere il senso delle nuove politiche educative che puntano alla valorizzazione della professionalità dei dirigenti scolastici, dei docenti e del personale amministrativo". I sindacati ringraziano e lasciano la piazza ai Cobas scuola che - il 14 - saranno gli unici a manifestare insieme a tutte le altre componenti del pubblico impiego "contro i programmi di disgregazione e privatizzazione della scuola".
Troppo poco per spegnere il sorriso di Moratti reso ancora più radioso dai risultati dei questionari Istat commissionati dal ministero in vista degli stati generali: famiglie e studenti chiederebbero meno materie di studio e su tutti tornerebbe ad esercitarsi il "fascino" del voto in condotta. A chiederlo sarebbe il 97% dei genitori, il 94% dei docenti e l'89% degli studenti: a maggioranza - per le tre componenti - la condotta dovrebbe contare anche ai fini di una eventuale bocciatura. Dato inquietante ma significativo: tutti buoni alla meta, gli spintoni sono ammessi solo per raggiungere il successo. A quando un questionario per il ripristino della "bella calligrafia"?
Ma si moltiplicano, per fortuna, le voci di protesta. Riunitisi, a Roma, in coordinamento, gli assessori regionali esprimono preoccupazione per il rapporto Bertagna che "prescinde dalle competenze regionali in materia di formazione e di istruzione professionale". Preoccupazione esprime anche il sindaco di Foligno - a nome di gran parte della cittadinanza - e continua a chiedere il rinvio degli Stati generali. Ma il ministero conferma: nessuna marcia indietro. Contro lo scenario di una nuova "città militarizzata" si dichiara Luca Casarini, portavoce dei disobbedienti che saranno a Foligno il 19 e il 20 dicembre: "Gli studenti non scenderanno in piazza con le pistole e i manganelli". Pericolo zona rossa? Niente paura assicura il ministero dell'Interno: "A Foligno un'altra Genova? Non credo, non credo". Parola di Scajola. A Genova, intanto, gli studenti della Diaz sono passati all'occupazione. Niente canti né assemblee: armati di pennello, sono intenti a lavare del sangue rappreso.


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