Il Manifesto-Tutti gli studenti a lavorare
Tutti gli studenti a lavorare Moratti: "le ultime classi delle scuole superiori devono svolgere stages nelle aziende" CINZIA GUBBINI Stages nelle aziende per tutti. Lo promette il ministro Mora...
Tutti gli studenti a lavorare
Moratti: "le ultime classi delle scuole superiori devono svolgere stages nelle aziende"
CINZIA GUBBINI
Stages nelle aziende per tutti. Lo promette il ministro Moratti agli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori. "Stiamo progettando di rendere obbligatorio l'orientamento dopo il primo ciclo di studi e di permettere a tutti gli studenti delle ultime classi delle superiori di svolgere stages nelle aziende", ha spiegato il ministro della scuola a tre "i" (inglese, internet, impresa) all'inaugurazione dell'anno accademico fiorentino.
Ma cosa ne pensano gli studenti, che proprio oggi incontreranno Moratti? "Dipende che cosa intende il ministro con la parola stages - risponde Luca Corradini di Studenti in movimento, la rete nazionale nata nei giorni del G8 di Genova - a Milano abbiamo fatto in passato delle inchieste sugli stages attivati dal '93. Abbiamo scoperto cose raccapriccianti. La più eclatante riguardava delle studentesse di una scuola professionale costrette a pulire i cessi dell'azienda "ospitante". Oppure ci sono stages in cui ti fanno usare computer con programmi vecchissimi. Ci sembra una cosa grave, oltre che inutile. Per non parlare del fatto - prosegue Corradini - che il ministro dovrebbe chiarire in che modo gli studenti saranno introdotti nelle aziende. Siamo contrari all'idea che gli studenti possano essere utilizzati come manodopera non retribuita, o come elemento di destabilizzazione dei rapporti lavorativi, magari per fare delle sostituzioni per mansioni che richiederebbero un'assunzione. Ma ciò che più preoccupa è l'asservimento dei saperi a modelli produttivi che dovrebbero stare fuori dalla scuola. Emblematico l'esempio delle università: sono tante le cattedre che collaborano con aziende che comerciano o progettano armi".
Perplessità anche nell'Unione degli studenti: "Non mi preoccupa la dichiarazione ma quello che c'è intorno - commenta Claudia Pratelli - senz'altro può avere un valore il collegamento tra mondo del lavoro e scuola, ma è pericoloso nel momento in cui sono continui i tagli dei finanziamenti pubblici. Il rischio è che i contenuti del sapere siano subordinati alle aziende territoriali. Mi piacerebbe capire i criteri - aggiunge - perché non si pensa a un rapporto anche con l'impresa sociale? E perché si parla sempre dell'ingresso delle aziende nelle scuole, e mai della necessità di insegnare agli studenti quali sono i diritti dei lavoratori?". Neanche Francesco Radicioni, l'ideatore dello sciopero della fame per incontrare Moratti (e che oggi coronerà il suo sogno) è d'accordo, anzi per lui "il collegamento tra mondo del lavoro e mondo della scuola proprio non ci dovrebbe essere". Critico, infine, anche un altro rappresentante del Tasso, Michele, della Rete degli studenti autorganizzati: "Il ministro non fa altro che attuare la riforma già annunciata". E promette: "La metteremo in difficoltà".