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Il Manifesto-Si vuole una scuola individualista

Si vuole una scuola individualista" Le associazioni degli insegnanti contestano la riforma Moratti e scendono in piazza con gli studenti FRANCESCA PILLA - ROMA Cominciano oggi gli Stati g...

19/12/2001
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il manifesto

Si vuole una scuola individualista"
Le associazioni degli insegnanti contestano la riforma Moratti e scendono in piazza con gli studenti
FRANCESCA PILLA - ROMA

Cominciano oggi gli Stati generali organizzati dalla ministra Moratti per racimolare un consenso che non c'è. Partono oggi i lavori per ristrutturare l'istruzione, un progetto che da mesi incombe su migliaia di studenti, professori e famiglie. Intanto però la protesta cresce e il governo non ha contro solo studenti e no global: sono tantissimi i docenti che non sono disposti a vedere la scuola pubblica trasformata in "un servizio a domanda individuale" e quindi pronti a scendere in piazza e a dare battaglia.
Ieri in un'affollata assemblea promossa da Arci e Legambiente si è fatto il punto sulla proposta della commissione Bertagna e sui rischi reali di "destrutturare la scuola come luogo pubblico collettivo per dare stabilità di mercato alle tante scuole private di settore".
"Più scuola per tutti e in tutte le fasi della vita" questo il leit motiv dell'incontro al quale hanno aderito tra gli altri: Cidi, Cgil scuola, Cobas e Coordinamento genitori democratici. Una tavola rotonda, presieduta da Tom Benettollo, presidente dell'Arci, per dire no ai finanziamenti ai privati, alla cancellazione degli organi collegiali, alla scuola regionalizzata e pensata come un servizio aziendale all'utenza. Un momento di discussione per decidere forme di mobilitazione.
Tanti gli interventi, molti i rappresentanti di diverse associazioni e comitati accorsi da tutta Italia per "rivendicare il valore strategico di una scuola pubblica di qualità il cui destino non riguarda solo gli addetti ai lavori, ma tutta la società civile". Per Vittorio Cogliati Dezza di Legambiente con la riforma si attacca alla radice il lavoro dell'Italia democratica. "Ad essere messa in discussione - ha spiegato Cogliati - è l'idea collegiale dell'istruzione per far passare quella dell'individualismo. L'attacco del governo Berlusconi alla scuola ha come disegno preciso quello di destrutturare la socialità del paese".
Per Alba Sasso del Cidi il disegno della Moratti vuole "riportare le gerarchie che sono fuori all'interno della scuola". Il punto centrale della riforma - che fa rabbrividire gli insegnanti - è proprio quello di creare un'istruzione selettiva in cui solo le famiglie ricche avranno la possibilità di scegliere e di esercitare la possibilità di apprendimento. La proposta Bertagna prevede infatti un curriculum composto da 25 ore di frequenza obligatoria e dieci di laboratorio. Solo chi ha la possibilità economica potrà usufruire delle dieci ore "compensative" in strutture private di settore per imparare inglese, informatica, musica e sport, agli altri toccherà una scuola di serie B. Legambiente ha calcolato che le famiglie dovranno sborsare circa 6 milioni di lire in più ogni anno per usufruire di questi servizi.
La riforma inoltre non risponderebbe nemmeno alle aspettative del governo: "l'esigenza di creare cittadini più competitivi nel mercato del lavoro" - scelta discutibile e che tra l'altro molti paesi europei hanno dismesso. I ragazzi impareranno un mestiere che individua figure professionali ormai parcellizzate nella produzione.
Ma la ministra terrà conto delle contestazioni? Sarà interessata all'opinione di docenti, studenti e famiglie, oppure penserà solo a far andare in porto una riforma che piace molto alla Confindustria? Quanto riuscirà ad incidere la protesta molto dipenderà dal fronte unito dei contestatori.
Intanto oggi e domani i docenti scenderanno in piazza insieme agli studenti, ma la proposta delle associazioni che si sono incontrate ieri è anche quella di chiedere un incontro al ministro dell'istruzione "per denunciare i rischi che oggi corre la scuola e il futuro del paese".


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