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Il Manifesto-Ricchi, ma non di sapere

Ricchi, ma non di sapere Uno studio Cisl evidenzia l'abbandono scolastico al Nord MANUELA CARTOSIO - MILANO Nella ricca Lombardia si va poco a scuola. Il paradosso è noto da tempo, una ricerca...

05/12/2001
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il manifesto

Ricchi, ma non di sapere
Uno studio Cisl evidenzia l'abbandono scolastico al Nord
MANUELA CARTOSIO - MILANO

Nella ricca Lombardia si va poco a scuola. Il paradosso è noto da tempo, una ricerca della Cisl regionale lo quantifica. Il tasso di scolarità per i ragazzi dai 3 ai 18 anni è del 79,1%, 5,6 punti in meno rispetto all'84,7% della media nazionale. Solo in provincia di Mantova, Sondrio, Cremona, Lodi e Pavia il tasso di scolarità è superiore alla media nazionale. In tutte le altre è inferiore e con Lecco fanalino di coda al 73%. Tolte elementari e medie obbligatorie, significa che i piccoli lombardi frequentano la scuola materna meno dei coetanei delle altre regioni e che i grandicelli preferiscono il lavoro alle superiori. Nonostante la Lombardia abbia più servizi sociali e redditi più alti della media. Il basso tasso di scolarità nella fascia 14-18 anni si spiega in parte con le maggiori opportunità di lavoro offerte dal sistema produttivo lombardo, che "disincentiva" la prosecuzione degli studi oltre il ciclo dell'obbligo. Questi abbandoni precoci, commenta il segretario della Cisl lombarda Carlo Borio, indicano "un'inadeguata capacità di valorizzazione delle risorse umane e rappresentano un limite alle necessità di innovazione dell'economia lombarda". Le imprese che vogliono braccia giovani per pagarle meno - aggiungiamo noi - sono le stesse che poi sostengono di non poter innovare a causa della bassa scolarità.
Il 43,4% di chi in Lombardia prosegue gli studi dopo le medie opta per gli istituti tecnici, +5% rispetto alla media nazionale. Il 5,4% va al liceo classico, -3,7% rispetto alla media nazionale. Più omogenee, invece, le percentuali di scelta per liceo scientifico, artistico, magistrali, professionali. La popolazione scolastica lombarda, cresciuta del 3,8% negli ultimi 5 anni, costituisce il 13% del totale nazionale ed è così composta: 100 mila alle materne, 364 alle elementari, 255 mila alle medie, 316 mila alle superiori. Nelle scuole lombarde lavorano 145mila persone (110 mila docenti e 35 mila figure amministrative e ausiliarie). Il rapporto, leggermente superiore alla media nazionale, è di 14,7 addetti ogni 100 studenti.
La Cisl, con Cgil e Uil, aveva finto di credere che Formigoni avrebbe modificato nella sostanza il buono scuola. E invece, anche quest'anno, le spese per libri di testo, trasporti e mensa non sono rimborsabili e resta il trucco delle 400 mila lire di franchigia. Il buono scuola continueranno a riceverlo solo gli studenti delle private e la Cisl si dichiara insoddisfatta.


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