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Il Manifesto-Londra, il governo delude presidi e professori

Londra, il governo delude presidi e professori Rivolta dei sindacati contro il disegno di legge sull'autonomia scolastica presentato dal ministro dell'educazione Estelle Morris ORSOLA CASAGRANDE - ...

01/12/2001
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il manifesto

Londra, il governo delude presidi e professori
Rivolta dei sindacati contro il disegno di legge sull'autonomia scolastica presentato dal ministro dell'educazione Estelle Morris
ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA

Era forse uno dei disegni di legge più attesi di questo autunno. Almeno per le aspettative che si erano create. E' stata, nelle parole delle organizzazioni sindacali degli insegnanti e dei presidi, una "cocente delusione". Il disegno di legge sull'autonomia scolastica presentato dalla ministra dell'educazione Estelle Morris nei giorni scorsi non è piaciuto perché "confuso, un vero e proprio mucchio di idee confuse e anche pericolose", come l'ha definito il segretario dell'associazione nazionale dei presidi David Hart. Gli fa eco il segretario nazionale del Nut (National Union of Teachers, il sindacato insegnanti più grande) Doug McAvoy che sottolinea come "il disegno di legge non affronta i problemi reali delle nostre scuole, cioè la carenza di organico e l'enorme mole di lavoro".
Il governo, secondo i sindacati, ha privilegiato soprattutto l'aspetto dei "premi". Con una vera e propria deregulation delle scuole statali la ministra "propone sì maggiore autonomia e libertà agli istituti ma per fare che cosa? Le scuole di successo - continua Doug McAvoy - potranno pagare agli insegnanti dei bonus, alterare l'orario scolastico, tagliare le vacanze e addirittura optare per l'eliminazione di alcune parti del curriculum nazionale se ritenuto opportuno per gli studenti".
Nel suo appassionato discorso di presentazione del disegno di legge la ministra Morris aveva posto l'accento sulla "necessità per le scuole statali di essere più libere per essere più innovative". Ma le organizzazioni di categoria rispondono che in realtà "la ministra si è autoconferita poteri che mai un ministro aveva avuto, come quello di ordinare l'intervento non solo per le scuole 'fallimentari' ma anche per quelle 'deboli' che hanno bisogno di un 'sostegno'". Il sostegno dei privati, naturalmente, uno dei punti di forza della politica del governo Blair che vuole rilanciare il pubblico attraverso la cooperazione con consorzi privati che per aver messo a disposizione capitali verranno ripagati con l'offerta di gestire per anni scuole, ospedali, parte dei servizi pubblici. L'autonomia scolastica secondo il new Labour significherà anche che le scuole avranno nuovi poteri per formare o investire nelle compagnie private che forniscono servizi come per esempio il trasporto per gli studenti, i pranzi, il reclutamento di insegnanti.
Secondo Morris "questi nuovi poteri daranno ad insegnanti e presidi la flessibilità necessaria a costruire una scuola statale migliore. Vogliamo che i presidi - ha aggiunto la ministra - si sentano sicuri di poter introdurre nuove ed innovative nella loro scuola". Ma i diretti interessati si dicono perplessi per via delle "nuove procedure burocratiche che certo non renderanno il nostro lavoro più semplice". In altre parole professori e presidi si trovano uniti nel sottolineare che "certamente vogliamo più autonomia: ma non di questo tipo. Perché nella sostanza -ha detto ancora il segretario generale dell'associazione nazionale dei presidi, Hart - significa che i presidi dovranno dimostrare al governo di dirigere scuole di successo, ma secondo quali criteri? Secondo il gusto della ministra?". Rincara la dose Nigel de Gruchy, segretario generale del sindacato delle insegnanti: "Il disegno di legge porta tutti i segni riconoscibili di Downing street: più privatizzazione temperata solo da un controllo più burocratico e centralizzato. Se prima la privatizzazione doveva servire a risollevare le scuole fallimentari adesso ci viene detto che serve anche per le scuole di successo".
Le critiche sono state talmente tante che in secondo piano sono inevitabilmente passati anche gli aspetti più positivi del testo. "Del resto - dicono i sindacati - se il governo continua a cercare di vendere agli insegnanti privatizzazione e differenziazione salariale, non riuscirà certo a vincerne il sostegno anche sulle iniziative meritorie".


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