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Il Manifesto-legati alla scuola

Legati alla scuola Decine di studenti del liceo romano Manara si incatenano al ministero dell'istruzione CINZIA GUBBINI - ROMA Non bastano 60 ore di "incatenamento" di fronte ai cancelli della ...

05/12/2001
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il manifesto

Legati alla scuola
Decine di studenti del liceo romano Manara si incatenano al ministero dell'istruzione
CINZIA GUBBINI - ROMA

Non bastano 60 ore di "incatenamento" di fronte ai cancelli della scuola? E allora incateniamoci di fronte al ministero dell'istruzione. Non ci hanno pensato due volte gli studenti del liceo romano Manara. Ieri mattina si sono seduti su un telo, stretti da una lunga catena, a ridosso delle scale che conducono nelle stanze dei bottoni del dicastero di viale Trastevere. Intorno gli striscioni, per spiegare la protesta: "Contro la scuola dei padroni, 10, 100, 100 occupazioni", "Moratti non scendiamo a patti".
Striscioni anche dall'altra parte della strada. Obiettivo? "Sensibilizzare l'opinione pubblica". Volontà di incontrare Moratti? "Semmai dovrebbe incontrare i rappresentanti di istituto di tutte le scuole. Non vogliamo ripetere l'errore di aprire un tavolo concertativo in cui non ci fa neanche parlare". Cosa si aspettano dalla protesta delle catene? "Che le altre scuole ci appogino. Tutti dovrebbero venire qui. Anche gli insegnanti". Intanto ieri a Roma hanno occupato anche il Morgagni, l'ex Itas De Cillis e il Cavour. Pare che anche il Visconti sia in agitazione. Ma i contatti con il resto d'Italia sono ancora da creare "Come si fa?", si interrogano gli studenti. Che ancora non hanno deciso, almeno a Roma, come affrontare le giornate degli Stati generali della scuola organizzati da Moratti (dal 19 a Foligno). L'Unione degli studenti sta pensando di mettere in piedi una mobilitazione proprio a Foligno. Ci stanno pensando anche Studentinmovimento (www.studentinmovimento.org), che forse faranno partire treni da tutt'Italia. Nella città umbra il clima è incandescente in attesa del megappuntamento per contestare la nuova riforma della scuola. Alcune scuole sono già state occupate.
Da parte loro gli studenti del Manara vorrebbero spostare la protesta delle catene di fronte a qualche altro palazzo istituzionale. E si preoccupano: "Ma Moratti lo saprà che siamo qui?". Lo sappia o meno, ieri nessun rappresentante del ministero si è degnato di scendere per capire come mai ragazzi di quindici anni decidono di passare la quarta notte all'addiaccio. D'altronde si sa, Moratti è convinta che chi protesta sia "una minoranza". Pochi o tanti (e in realtà sono tanti) i contenuti della protesta sono ovunque gli stessi. Prima di tutto i tagli alla scuola pubblica e i soldi elargiti alle private. Poi gli organi collegiali "Stanno pensando a una scuola azienda, e noi dentro siamo nient'altro che lavoratori e persino senza rappresentanza sindacale, visto che eliminano i rappresentanti degli studenti e il diritto d'assemblea", spiega Giulia. La loro idea di scuola è tutta diversa. E incatenati come sono, non disdegnano la lettura di poesie al megafono (il più quotato è Neruda), o gli aforismi di Wilde. Snocciolano la Divina commedia a memoria ("Moratti, tu non pensavi ch'io loico fossi"), e compongono versi "Siamo qui tutti insieme con decine di catene, se tu tocchi la nostra rappresentanza, noi restiamo sotto la tua stanza".
Arrivano anche gli studenti del liceo Kennedy che ieri, incredibilmente, è riuscito ad occupare. "Erano almeno otto anni", esultano i ragazzi. Mandare via il preside è stata dura, è uno che qualche tempo fa ha sospese due studenti perché ebbero l'ardire di baciarsi in classe e che ha la simpatica abitudine di organizzare seminari sulle foibe. Un liceo rinomato, il Kennedy, dove alcuni professori vietano di entrare in classe con le minigonne. "Il preside non vuole l'occupazione perché rovina il nome della scuola", dice Alessia. Oppure spaventa che la mobilitazione contro la riforma arrivi persino qui?


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