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Il Manifesto-La scuola è chiusa fuori

Al via gli "stati generali" della ministra Moratti. Gli studenti manifestano, i sindacati contestano e l'Ulivo diserta COSIMO ROSSI Per essere degli "stati generali", manca una bella fetta di mo...

19/12/2001
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il manifesto

Al via gli "stati generali" della ministra Moratti. Gli studenti manifestano, i sindacati contestano e l'Ulivo diserta
COSIMO ROSSI

Per essere degli "stati generali", manca una bella fetta di mondo della scuola alla kermesse odierna di Lady Moratti. Non ci saranno gli studenti. Anzi: saranno tutti fuori a protestare. E non ci saranno i sindacati, che dal programma ufficiale diramato ieri hanno avuto conferma di quanto già immaginavano: i loro interventi non sono previsti nel profluvio di spot che si susseguiranno durante la due giorni all'Eur. E anche loro fuori a protestare. Del resto, non è previsto nemmeno l'intervento di Confindistria, faro spirituale della ministra benché costretta a tacere il suo scarso entusiasmo per la traduzione un po' grossolana del desiderio di manodopera formata a carico dello stato. Ma Confindustria, certo, non protesta in piazza.
La Cgil, dal canto suo, aveva già messo in conto lo schiaffo; tanto da aver organizzato per tempo un'inziativa in contrapposizione al festival morattiano. L'appuntamento con Sergio Cofferati è fissato per oggi a Perugia, dato che fino a l'altro ieri gli "stati generali" erano in programma a Foligno. Frattanto il segretario di Corso Italia anticipa che la protesta degli studenti e dei docenti è "giusta e sacrosanta". E pure la Cisl - che a suo tempo era stata fiera avversaria del riordino dei cicli targato Ulivo - si associa in questo caso a Cgil e Uil della scuola: i tre sindacati di categoria contestano alla ministra Moratti di essersi scelta interlocutori ad hoc per narcotizzare la discussione sulla cosiddetta proposta Bertagna. Esito sul quale i sindacati di base non hanno mai avuto dubbi, essendo tra i promotori delle contromanifestazioni in programma oggi e domani a Roma.
Fatti dunque fuori gli studenti, i sindacati confederali e quelli di categori, addirittura la Confindustria, gli intellettuali - a meno di non annoverare nella categoria gente come Andrea Muccioli (figlio di) -, ai coraggiosi che risponderanno ai 1.300 inviti spediti dalla ministra toccherà sciropparsi una barbosa sequela di interventi-verità e di testimonenze-parabola: dal buon dirigente scolastico di periferia all'esperto; dal genitore allo studente; dal "volontariato" di Muccioli alla "fede" di monsignor Maggiolini, passando per lo "sport" di Marino Bartoletti.
Di piatto forte potranno esserci tuttalpiù le conclusioni di Berlusconi giovedì mattina. Ma di scuola promette di essercene sicuramente di più fuori dall'Eur che dentro. Non a caso anche l'Ulivo al gran completo ha capito l'antifona e ha deciso di disertare l'appuntamento dell'Eur: ci sarà solo una delegazione parlamentare con il compito di seguire i lavori.
Ieri Francesco Rutelli e Piero Fassino hanno illustrato in una conferenza stampa le posizioni del centrosinistra. Per il capo della Margherita quello della Moratti è un "talk show" senza programma né proposta: "Solo una serie di no alla riforma dell'Ulivo e un ministro che vuol fare propaganda", accusa Rutelli. Mentre il segretario dei Ds snocciola in compresse le sei proposte dell'Ulivo sulla scuola: 20 mila miliardi di finanziamenti in cinque anni, pari al 10 per cento dell'aumento del Pil; riconoscimenti retributivi e di carriera per i docenti; obbligo formativo a 18 anni, con un ciclo di scuola primaria di sette anni anziché di otto; obbligo scolastico a 15 anni; rafforzamento dell'autonomia scolastica; effettiva politica di diritto allo studio e di parità scolastica.
Alcune di queste proposte - come il riordino dei cicli e la parità - sono state sostenute con coerenza dall'Ulivo durante il quinquennio di governo, ma sono state anche oggetto di forti critiche. Altre promesse mancate - come gli stipendi dei docenti e l'aumento delle risorse - hanno aumentato la distanza dal mondo della scuola, che dal canto suo non si è mai del tutto negato all'autodifesa corporativa dell'esistente. Oggi però la musica è completamente cmbiata per tutti: la ministra Moratti è riuscita chiudere dentro l'Eur la sua idea individualista e a lasciare fuori tutta la scuola pubblica.


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