Il Manifesto-La polizia sgombera? Tutti in corteo
La polizia sgombera? Tutti in corteo Benevento, sei istituti "liberati" con la forza. E tremila studenti sfilano fino alla prefettura FRANCESCA PILLA "Nsi sgomberano le idee", con quest...
La polizia sgombera? Tutti in corteo
Benevento, sei istituti "liberati" con la forza. E tremila studenti sfilano fino alla prefettura
FRANCESCA PILLA
"Nsi sgomberano le idee", con questo striscione si è aperto ieri mattina il corteo degli studenti di Benevento. In circa 3000, con i centri sociali e delegazioni da Napoli, Caserta e Salerno, hanno attraversato il centro storico fino a piazza Risorgimento, determinati contro la repressione, la legge Moratti e la guerra. Una manifestazione colorata, vivace, allegra, ma chi ha potuto assistere al passaggio del corteo ha avuto subito l'impressione che qualcosa di serio sta accadendo nella tranquilla cittadina. Tanti, troppi i polizziotti dispiegati: per l'occasione sono arrivati anche i rinforzi della celere da Napoli. Grande la rabbia dei ragazzi per lo sgombero a tappeto degli istituti occupati. La mattina comunque si è conclusa in piena tranquillità: gli unici momenti di tensione davanti alla prefettura di corso Garibaldi, per un lancio di uova.
Tutto è iniziato venerdì con l'occupazione dei licei Rummo e Giannone, ai quali si sono uniti a ruota altri quattro istituti. Già agli albori della mobilitazione gli studenti capiscono che non è un'occupazione facile: dopo appena tre giorni arriva l'ordinanza di sgombero. La Digos entra nel Rummo e nel Galilei, trattenendo e identificando gli studenti che non erano riusciti a scappare, mentre le altre scuole vengono abbandonate per paura di ulteriori irruzioni.
Pronta la reazione dei collettivi Zona rossa e del centro sociale Depistaggio, che nel pomeriggio presidiano la questura scontrandosi con la polizia. Ma non finisce qui: martedì un corteo percorre la città, bloccando il centro per oltre tre ore, per occupare simbolicamente il provveditorato. Qui nuovi tafferugli con gli agenti, quando alcuni giovani tentano di stendere uno striscione. Mercoledì finalmente l'incontro con il provveditore, ma tutte le richieste del movimento studentesco sono respinte. Partono anche le minacce, secondo il racconto di uno dei giovani impegnati nel "braccio di ferro": "se non riprendete le lezioni pacificamente, tutti i ragazzi identificati saranno bocciati". Il movimento però non si lascia intimidire, e già sono state indette nuove manifestazioni.