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Istruzione d'azienda La camera approva il pacchetto scuola della finanziaria: meno docenti, più ore di lavoro IAIA VANTAGGIATO - ROMA Approvata dalla Camera, con soli due emendamenti, la finan...
Istruzione d'azienda
La camera approva il pacchetto scuola della finanziaria: meno docenti, più ore di lavoro
IAIA VANTAGGIATO - ROMA
Approvata dalla Camera, con soli due emendamenti, la finanziaria sulla scuola. Via libera dunque all'articolo 17 che consentirà una disinvolta riduzione del personale docente, l'aumento dell'orario di lavoro e la formazione di commissioni d'esame composte solo da membri interni (più un commissario esterno).
E' questo il bottino che il governo porta a casa dopo circa cinque ore di discussione. Assente arrogante e ingiustificata Letizia Moratti: presenti al suo posto la sottosegretaria Valentina Aprea e il sottosegretario al tesoro. Un altro segno dei tempi. Del resto - come spiega non a caso la relazione tecnica che accompagna il provvedimento - "tutte le norme paiono accomunate, oltre che da obiettivi specifici, dalla medesima finalità di conseguire economie di spesa per il personale docente". Ce ne eravamo accorti.
La finanziaria è passata con la netta opposizione del centrosinistra che più volte nel corso del dibattito ha evocato lo spettro di una scuola "self service" ricca solo di "diplomifici". E che più volte ha fatto appello al buon senso del governo: "Non si può cambiare la normativa in corso d'anno - ha dichiarato la deputata Ds Alba Sasso - e non si può discutere in finanziaria una materia che alla finanziaria è del tutto estranea".
Il governo non la vede così e procede coi tagli. Di personale docente, innanzitutto. Criteri fondamentali per la definizione dell'organico erano considerati, finora, il rapporto tra docenti e numero di classi e il cosiddetto "curricolo obbligatorio", cioé il numero di ore di lezioni settimanali per studente. Con l'approvazione dell'articolo 17, l'organico verrà definito in base al rapporto tra docenti e numero di alunni e il curricolo obbligatorio passerà dalle attuali 29 ore di lezione a 25. La diminuzione del personale docente ne sarà l'ovvio risultato. Non sarà inoltre garantito su tutto il territorio nazionale l'insegnamento dell'inglese nelle elementari. Quanto all'educazione fisica e all'informatica non se ne parla. Ci penserà la riforma Bertagna: eliminando la prima dal novero delle materie curriculari e mettendo in pericolo l'insegnamento della seconda. Con l'inglese e l'informatica saltano così le prima due "i" del Berlusconi-pensiero. Ma resta salda l'impresa: a lezioni di ginnastica si andrà il pomeriggio e dietro pagamento.
Il lucido programma di distruzione della scuola pubblica non passa però solo dalla cancellazione di una sua componente essenziale, gli insegnanti appunto. I "sopravvissuti" dovranno infatti farsi carico di un robusto aumento dell'orario di lavoro che non riguarda soltanto il passaggio dalle 18 alle 24 ore settimanali, peraltro già in vigore su base volontaria. Gli insegnanti in servizio saranno anche chiamati a sostituire i colleghi assenti per un periodo inferiore ai 15 giorni: nessun supplente potrà essere infatti nominato prima dello scadere delle due settimane. Un bel regalo per i precari nonché per la cosiddetta continuità didattica. "Sottrarre risorse all'organico - continua Sasso - vuol dire impedire qualsiasi ipotesi di autonomia nella scuola, tornare indietro di cinquant'anni e rinchiudersi nello spazio misero della lezione frontale". Durissime anche le deputate Ds Piera Capitelli e Giovanna Grignaffini che con Sasso hanno incontrato, di fronte a Montecitorio, una delegazione di studenti e docenti del Tasso e del Visconti: "Con questo governo il parlamento non esiste - ha sostenuto Grignaffini - e lo dimostra il fatto che sugli organi collegiali sia stata chiesta la delega per non discuterne a Montecitorio". "Il voto di oggi - ha affermato Capitelli - prepara in modo assai evidente alla controriforma di Foligno".
E rende visibili, aggiungiamo, le contraddizioni e le confusioni in seno alla maggioranza. Sono state Lega e An - sostenute da un Ulivo quanto mai convergente - a presentare gli unici due emendamenti approvati: garanzie per la sopravvivenza delle scuole montane o delle piccole isole, per le quali non può valere il criterio numerico (tanti alunni, tanti docenti) e ridistribuzione degli insegnanti di sostegno in relazione all'effettiva presenza dei disabili nelle scuole.