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Il Manifesto-Guardateci,siamo tanti

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03/12/2001
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"Guardateci, siamo tanti"
Gli studenti autorganizzati di Roma in piazza. Contro Moratti e contro la guerra
CINZIA GUBBINI - ROMA

Eccoli qua, in piazza Santa Maria Maggiore, Roma. Ieri è stata la giornata della manifestazione degli studenti autorganizzati. Quasi diecimila persone, un risultato affatto scontato, considerando che solo l'altroieri ci sono state le manifestazioni di piazza promosse dall'Unione degli studenti.
Riempiono lo spiazzale di fronte la chiesa. Sarebbero dovuti partire da piazza Esedra, ma hanno spostato l'appuntamento per il contemporaneo funerale dei tre vigili del fuoco morti in via Ventotene. Suonano i bonghi, hanno messo un altoparlante in mezzo alla folla per far intervenire tutte le scuole. Fa freddo, ma loro non si risparmiano a slogan e balli. "Facciamoci vedere - gridano al microfono - diciamo che la protesta non si ferma. Abbiamo occupato e autogestito le nostre scuole. Non solo per dire no alla riforma Moratti, ma anche contro questa ennesima guerra". Gli fanno eco gli altri: "Contro la guerra dei padroni, dieci, cento, mille occupazioni". La manifestazione degli autorganizzati - che arrivano in corteo fino a piazza Santi Apostoli - non parla solo di scuola. I ragazzi si scagliano contro la precarietà, i tagli alla sanità, la politica razzista del governo.
E l'autorganizzazione, le decisioni prese soltanto in assemblea ("che è sovrana") è la metodologia sbandierata da questa rete cittadina nata qualche anno fa e che raccoglie diverse scuole di Roma, tra cui il Mamiani e il Tasso. Lo striscione di apertura è: "Studenti e operai uniti dal basso". "Siamo autonomi, vogliamo essere sganciati dalle logiche sindacali e partitiche", spiega Jacopo del liceo Tasso. "Ma quale Uds, ma che Rifondazione, ora e sempre autorganizzazione", ripetono. E' rottura, quindi, con l'Unione degli studenti, e anche con i Giovani comunisti. Ieri un migliaio di studenti si è radunato di fronte al ministero dell'istruzione.
E nonostante una parte degli autorganizzati abbia una chiara matrice politica, la maggioranza è fatta di ragazzi e ragazze insofferenti a qualsivoglia etichetta. Sono giovanissimi, cresciuti nel periodo in cui tramontava la netta opposizione destra/sinistra, terremoto metabolizzato con la crescita. Nessun problema, per loro, ricordare che la legge sulla parità (l'elemento più indigesto agli studenti) è figlia del centrosinistra. Altrettanto forte la condanna della riforma Moratti: "E' una riforma che introduce una distinzione di classe - spiega Celeste - poi ci dicono che tutti avranno gli stessi diritti, ma è talmente evidente che non sarà così". Bocciata su tutta la linea la riforma degli organi collegiali: "E' assurdo voler sostituire il collegio docenti con un consiglio d'amministrazione" spiega Maria Giovanna del Talete. C'è anche il liceo Manara, impegnato in una durissima protesta: un gruppo di studenti si è incatenato al cancello della scuola "e vogliamo andare avanti", dicono, annunciando per ieri sera una fiaccolata.
Pure la questione del taglio di finanziamenti è ben presente tra gli studenti, non solo tra quelli di periferia "Casca a pezzi", è la descrizione che tre ragazze del Lucrezio Caro (liceo dei Parioli) danno dell'istituto. Altro problema: gli sgomberi. "Non sgombereranno mai le nostre idee", hanno scritto su uno striscione. "Siamo continuamente sotto la minaccia, ogni volta che si occupa una scuola", si lamenta una ragazza. Molti i cori contro polizia e carabinieri, e qualcuno ricorda al microfono "Il sangue della Diaz e di Bolzaneto". Ma questo movimento è vicino al movimento no global? "Per alcuni versi siamo vicini, perché anche noi ci battiamo contro il modello di sviluppo neoliberista - dice Matteo del Plinio - per altri versi non troppo, perché al centro della nostra protesta c'è e ci deve essere la scuola".
Qualche problema lo crea un cartello, con scritto "Moratti zingara", e uno striscione su cui gli studenti hanno scritto "Moratti puttana". Per fortuna c'è chi si arrabbia, e al microfono stigmatizza l'iniziativa. "Moratti zingara" scompare. "Siamo antirazzisti", ricorda una ragazza al microfono. Le occupazioni continuano, oltre al Manara e al Virgilio, il Platone, il Plinio, il Mamiani, l'Avogadro. Qui gli autorganizzati si incontreranno in assemblea giovedì.


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