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Il Manifesto-Giù le mani dalla scuola pubblica

Giù le mani dalla scuola pubblica" Scioperano in massa insegnanti e studenti. La riforma Moratti risveglia il corpo docente CINZIA GUBBINI - ROMA Scesi in massa a manifestare, aldilà delle si...

16/02/2002
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il manifesto

Giù le mani dalla scuola pubblica"
Scioperano in massa insegnanti e studenti. La riforma Moratti risveglia il corpo docente
CINZIA GUBBINI - ROMA

Scesi in massa a manifestare, aldilà delle sigle sindacali, nonostante (e questo è strano) la questione della scuola e della riforma Moratti non fosse tra le principali parole d'ordine dello sciopero indetto ieri dal sindacalismo di base. Insegnanti e studenti sono stati la spina dorsale del corteo che si è snodato da piazza Esedra a piazza San Giovanni. I prof quasi compiaciuti di ritrovarsi in mezzo ad altre categorie e di inserire la scuola in una vertenza più generale. Gli studenti, gli autorganizzati, la rete nazionale degli "Studenti in movimento" insieme ai no global, a loro agio nel fare dell'attacco ai saperi il fulcro centrale della lotta alla globalizzazione.@"Mi sono proprio stufata di essere quella che fa sciopero per l'aumento dello stipendio"- dice una professoressa di un liceo, che cammina a braccetto con altre colleghe. La vertenza degli "stipendi europei" rimane, ma ora come ora in poll position c'è il "no" alla "scuola-azienda". "Moratti ministro della distruzione, svende la scuola al prete e al padrone" risuona dai megafoni. La difesa della scuola pubblica è la prima trincea, non mancano i toni borrelliani: "Scuola pubblica, resistere, resistere, resistere". Tanti gli studenti confusi tra i docenti, che camminano senza striscioni. Come Martina, che fa le scuole medie a Pisa e che non ha dubbi: "Scegliere l'indirizzo delle superiori a 13 anni e mezzo è sbagliato, è troppo presto". Non ti rassicura il fatto che potrai sempre cambiare indirizzo? "No". Giulia e Antonella insegnano nella stessa scuola. Una è dei Cobas, l'altra della Cgil. "Le abbiamo fatto il lavaggio del cerevello", scherza Giulia. "No, non è vero - si schernisce Antonella - e io capisco benissimo la posizione della Cgil, non sono qui in polemica con il mio sindacato". Sulla stessa linea Vito Meloni, della segreteria nazionale della Cgil scuola che sfila dietro lo striscione di Rifondazione: "Non c'è nessuna polemica e nessun distinguo. Questa è semplicemente una scadenza importante per una mobilitazione crescente nel paese, che continuerà con la manifestazione del 9 marzo". E ovviamente il serpentone di persone che ieri ha invaso il centro di Roma è uno strike da maestro per Piero Bernoccchi: "Ovviamente siamo entusiasti - dichiara - è un successone. Mentre il centrosinsitra perde tempo a litigare sul leader della coalizione e non fa opposizione, oggi è scesa in piaza la vera opposizione sociale al governo Berlusconi".@Il ministero dell'istruzione sostiene che l'astensione dal lavoro è stata dell'11, 28%, fonti sindacali diffondono cifre ben diverse, che volano sul 25%. Sul dato pesa anche lo sciopero indetto dallo Snals e dalla Gilda. Soddisfatto il segretario dello Snals, Ricciato che ha raccolto 60 quadri sindacali di fronte a Montecitorio. Ma gli insegnanti e i lavoratori della scuola hanno scelto il corteo. Portatori di storie e problemi quotidiani che rosicchiano come tarli la tenuta della scuola pubblica. Che dire della vicenda dei 70 mila Ata, la cui anzianità è stata annullata tutta d'un colpo con il passaggio dagli enti locali allo stato. E che dire della vicenda dei trasferimenti annullati, che interessa 15 province e un centinaio di persone. Per non parlare dell'infinita partita degli insegnanti precari, che raccontano di una vera lotta intestina in corso nelle scuole in vista dei pesanti tagli di cattedra. Chi si dichiara sul piede di guerra "e in queste cose siamo molto brave" sono le insegnanti delle scuole dell'infanzia: "Guai se toccano le fasce d'età dei nostri bambini", sintentizzano.@Per niente stanchi di promettere battaglia alla riforma Moratti sono gli studenti che si trovano a fare i conti con la necessità di far ripartire un movimento. In questi mesi, dopo l'ondata di occupazioni, è stata la rete degli "Studenti in movimento" legata a doppio filo con i disobbedienti, a fare un po' da faro. Hanno orgnaizzato blitz e azioni (al nord, per esempio, contro i buoni scuola), sono stati capaci di creare contestazioni a ogni apparizione pubblica del ministro Moratti. Anche ieri erano i più numerosi: la scommessa è creare una rete solida di studenti medi e universitari in grado di eleborare strategie politiche durevoli: "Intanto due sono gli obiettivi immediati - spiega Francesco - portare il movimento studentesco, insieme a quello europeo, a Salamanca dove l'Unione europea discuterà di istruzione e avviare una campagna sul tema della riappropiazione degli spazi culturali in grado di creare un terreno di relazioni durevoli".


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