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Il MAnifesto - CGIL Panini: Opposizione, unità e sciopero generale

La battaglia della scuola CGIL Panini: "Opposizione, unità e sciopero generale" CINZIA GUBBINI - INVIATA A SALSOMAGGIORE TERME "L'intervento in corso sui cicli scolastici rappresenta il ...

24/01/2002
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il manifesto

La battaglia della scuola
CGIL Panini: "Opposizione, unità e sciopero generale"
CINZIA GUBBINI - INVIATA A SALSOMAGGIORE TERME

"L'intervento in corso sui cicli scolastici rappresenta il primo esplicito manifesto pedagogico di una destra reazionaria e illiberale". Sono applausi per il segretario generale della Cgil scuola, Enrico Panini, che ieri ha arringato con una relazione di un'ora e mezza la folta folla di delegati riuniti a Salsomaggiore per l'XI Congresso nazionale del sindacato. Novanta minuti per dire che "la battaglia per la scuola è una battaglia per la democrazia"; che "l'intervento del governo sulla scuola è classista"; e infine che se lo sciopero del 15 febbraio non porterà a risultati soddisfacenti, "Cgil, Cisl e Uil devono proclamare lo sciopero generale, perché è evidente che in questo scontro non possiamo che vincere".
Fuori dal Palazzo dei Congressi della città nota soprattutto per l'incoronazione annuale di miss Italia la temperatura è rigida e il clima umido; ma nella sala dell'assemblea si respira la vivacità di un sindacato tornato in prima fila sul fronte della lotta politica e sociale. La Cgil scuola esce rinnovata e agguerrita dagli attacchi fin troppo espliciti della destra di governo: "le direttrici sono la privatizzazione per cui si trasforma la scuola italiana in un sistema di agenzie e la cultura in una merce", si infiamma un Panini in maniche di camicia, che propone un'autotassazione per garantire la scorta ai magistrati colpiti dal governo "ai quali va la nostra più convinta solidarietà".
Sin dall'incipit della sua relazione Panini tende la mano ai movimenti contro la globalizzazione selvaggia, affermando senza mezzi termini che "questa è una globalizzazione senza democrazia" e sciorinando riferimenti al prossimo appuntamento di Porto Alegre . La Cgil scuola come un pezzo del movimento dei movimenti, dunque, che "rifiuta la guerra come soluzione dei conflitti" e si riconosce il compito di "globalizzare": "Una buona scuola pubblica, laica, qualificata, quindi riformata per tutte e per tutti, che lavora e progetta per garantire i diritti di cittadinanza delle donne e degli uomini a cominciare dal diritto all'istruzione". E per cominciare dall'Italia, queste sono le prime proposte operative: un rapporto tra spesa per la scuola e il Pil al 6% (oggi siamo a meno del 5%); l'obbligatorietà dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia; non meno di dieci anni di obbligo scolastico, cioè fino a 16 anni (la riforma Berlinguer si fermava a 15).
Ma il segretario sferra un attacco anche a "un'opposizione troppo silente". Tanto più che la battaglia sindacale non si ferma alla sola opposizione alla riforma degli ordinamenti scolastici: il contratto degli insegnanti è scaduto il 31 dicembre, la nuova finanziaria causerà un taglio di 8/9 mila posti nel 2002, senza contare quelli del personale tecnico e amministrativo. Da qui l'importanza irrinunciabile dello sciopero del pubblico impiego del 15 febbraio, a cui la scuola partecipera' per l'intera giornata. Un appuntamento che da lo spunto per ribadire con forza l'importanza dell'unitarietà sindacale.
Un'unità che pare esserci, forse mai come ora. Ieri hanno preso la parola il segretario della Cisl (Daniela Colturali), della Uil (Massimo di Menna), dello Snals (Fedele Ricciardo). Tutti tesi a sottolineare l'inviolabilità della "scuola pubblica", e le preoccupazioni legate a una "devolution" troppo accentuata che metta a rischio il carattere nazionale dell'istruzione. Insomma, seppur con toni diversi, i sindacati più rappresentativi della scuola sembrano ricompattati e decisi a non cedere sui punti più scabrosi della riforma. Assenti i Cobas "ma solo perché abbiamo invitato i sindacati ammessi alle trattative contrattuali", spiega Panini.
Il Congresso è anche un momento delicato sul fronte interno. Il governo di centrosinistra aveva creato spesso momenti di dissenso tra le due anime del sindacato, oggi sembra che si possa arrivare addirittura a un documento finale unitario. "Piena sintonia con Panini sulla necessità di uno sciopero generale - spiega Beniamino Lami, rappresentante in segreteria nazionale della mozione di Patta - e sulla difesa a oltranza della scuola pubblica". Ma restano dei punti da "chiarire" soprattutto "nel merito". Il fatto è che la minoranza interna al sindacato vorrebbe aprire un tavolo di confronto su questioni specifiche: l'autonomia scolastica, il ruolo dei dirigenti scolastici, il salario accessorio, la flessibilità dell'organizzazione del lavoro, la democrazia interna. Innanzitutto per accertare che la nuova stagione di battaglie non si trasformi in un elogio del passato, ma costruisca una strategia per il futuro.


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