“Il lutto è di tutti. Un minuto di silenzio nelle nostre scuole”
Profumo raccoglie la proposta del direttore de La Stampa
di Giovanna Favro
Quando ha sentito la notizia dei bambini sterminati nella scuola di Tolosa, il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo era nel suo ufficio, a Roma. «Sono rimasto profondamente colpito e addolorato. Ho scritto, di getto, una lettera al presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna». Però, poi, ha continuato a pensarci su. Per il ministro, quegli scolari morti «non sono figli di un’altra terra e di un’altra nazione. Quel lutto è di tutti, perché quei bambini sono stati uccisi da un mostro, l’intolleranza e l’antisemitismo, che può sempre colpire non solo la Francia, ma anche l’Italia, l’Europa, il mondo». Così, ieri, Profumo ha deciso di estendere il lutto per la strage di Tolosa a tutte le scuole italiane. Propone un minuto di silenzio, oggi alle 11, in tutte le classi, per commemorare la tragedia. Un minuto per esprimere sofferenza per quelle vite strappate, ma anche per invitare alunni e docenti «a riflettere sul tema complessivo dell’intolleranza».
Profumo fa suo l’invito del direttore de La Stampa Mario Calabresi nell’auspicare che quel minuto sia di silenzio in tutte le aule d’Europa: «Perché il tema dell’intolleranza dice il ministro - travalica i confini della Francia. È così attuale e cruciale che deve unire i Paesi dell’Ue, con un ruolo primario delle scuole nella formazione delle coscienze». Spiega che il ministero ha da tempo avviato un cammino sulla memoria. Un percorso che conduce anche ad Auschwitz: «Io stesso ho voluto accompagnare, in occasione della Giornata della memoria, un gruppo di ragazzi in quel campo di sterminio. È stato un viaggio toccante, di forte partecipazione emotiva oltre che di riflessione». Un sentimento che deve pervadere sempre di più la scuola italiana: «Esiste già una forte attenzione ai temi della tolleranza e dell’antisemitismo, e lavoro perché possa crescere ancora. Ho di recente firmato al Quirinale un protocollo d’intesa con il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Renzo Gattegna proprio con questo scopo». Prevede l’intensificarsi di programmi di didattica per i ragazzi, e formazione per i docenti sulla memoria collettiva della Shoah. Con iniziative sull’antisemitismo, il pregiudizio, il razzismo e il negazionismo, «per promuovere la consapevolezza degli effetti abnormi che genera l’odio dell’uomo contro l’uomo».
Il ministro insiste: «La sfida educativa, a scuola come all’università, è la più difficile che abbiamo davanti, ma anche la più affascinante. Credo in una classe di docenti chiamata a non trasmettere solo contenuti didattico-culturali. Credo in una scuola capace di favorire i processi di inclusione in un’Italia multiculturale e multietnica, e di educare a una cittadinanza attiva e consapevole. Una scuola che formi le coscienze e prepari i cittadini di domani». Una scuola che davanti ai piccoli uccisi a Tolosa non può non reagire, anche solo per restare in silenzio un minuto.