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Il liceo Classico doppiato dal Linguistico

I primi dati delle iscrizioni alle scuole superiori: Scientifico oltre il 25 per cento, i Tecnici superano il 30 Greco e latino piacciono di più al Sud, record nel Lazio. Si conferma la «femminizzazione» del Ginnasio

17/02/2015
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Corriere della sera

Il De profundis del liceo Classico e la fine della sbornia collettiva da Masterchef. Le prime indiscrezioni sulle scelte di famiglie e studenti alle prese con le iscrizioni alle scuole superiori per il prossimo anno scolastico (chiuse, online, il 15 febbraio) confermano, appunto, il calo delle preferenze per il liceo Classico (sceso al 5,5%, contro il 6,1% del 2014 e il 10% di 8 anni fa), mettono sul podio gli istituti Tecnici (oltre il 30%, con maggior gradimento per il settore Tecnologico che per quello Economico), promuovono liceo Scientifico (che supera il 24,5%, in crescita negli ultimi tre anni) e Linguistico (che doppia il Classico).
Quasi dimezzate le richieste per i Professionali, che con 60 mila iscritti nel settore Servizi si lasciano alle spalle un paio di stagioni record, quando l’Istituto alberghiero, da solo, raccoglieva 50 mila ragazzi. Oggi in totale si aggiudicano il 17% della torta.
Tutti dati che andranno confermati nei prossimi giorni, quando lo staff del ministro avrà elaborato le statistiche dettagliate per tutti gli indirizzi. Sarà interessante, per esempio, verificare se i numeri avalleranno l’andamento difficile, nell’istruzione tecnica, per il corso «Costruzione, ambiente e territorio» con cui la Riforma dei cicli superiori ha reinventato la figura del geometra, ma che sconta un appannamento legato al diverso nome e alla crisi dell’edilizia. O se a intercettare gli studenti in fuga dagli studi classici sono, come sembra, soprattutto i licei linguistici (al 10%) e artistici (4%).
Intanto, questa la prima, informale fotografia dei 480.413 studenti che hanno proceduto all’iscrizione attraverso Internet (un milione e mezzo comprese anche quelle per il primo anno di elementari e medie). A loro si aggiungeranno i ritardatari, che porteranno il totale vicino ai 507 mila che lo scorso anno sono entrati nella scuola «dei grandi».
Si conferma dunque la preferenza per le materie scientifiche, le conoscenze informatiche, le lingue straniere. Ancora dominante la «licealizzazione» (se si allarga lo sguardo a comprendere licei delle scienze umane, artistici, musicali, si supera il 50% delle scelte).
Un altro dato che sembra consolidarsi è l’avanzata dei licei al Centro-Sud: al liceo Classico, in Emilia Romagna si sono iscritti il 3,5% degli studenti, in Friuli Venezia Giulia il 3,70%, in Lombardia il 4%. Boom nel Lazio (quasi uno studente su dieci), in Calabria (8,60%), in Basilicata (8,4%). Altro fenomeno immutato, la «femminilizzazione» degli studi classici (un tempo scuola della classe dirigente), dove le ragazze battono i maschi 70 (per cento) a 30. «Un ottimo corso di studi, che però dovrebbe adottare più buon senso ed equilibrio, soprattutto nelle valutazioni», sostiene un esperto di giovani e di orientamento come Francesco Dell’Oro. La scuola, dice, deve richiedere impegno, non sofferenza. E passione, curiosità. Se no finisce per alimentare quel drappello (46 diplomati su 100) che — si legge nell’ultimo rapporto Almadiploma — se potesse tornare indietro, farebbe altro.
Antonella De Gregorio
 


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