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Il laureato: per me è l'unica speranza per poter insegnare

Francesco: «D’accordo con l’idea della prova ma ho paura che adesso facciano molte assunzioni poi nulla nei prossimi anni e noi saremo spacciati»

08/09/2012
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l'Unità

Lo dico contro il mio interesse. Prima stabilizzate i precari, poi fate quel che avete annunciato: un concorso per neo laureati a biennio». Francesco si è laureato a dicembre scorso in filosofia. La passione per l'insegnamento l'ha sempre avuta: «Mi piace l'idea di contribuire a moltiplicare il sapere, di metterlo al centro, di aiutare gli alunni a sviluppare capacità critiche. È gratificante. La formazione è determinante per l'emancipazione delle persone». Ha deciso di fare il concorso ma come molti di quelli che si sono laureati da quando sono state soppresse le Siss (la scuola di specializzazione a numero chiuso con valore concorsuale per insegnanti) sta nel mezzo di un guado. «Chi è riuscito a laurearsi nell'anno giusto si è iscritto nelle graduatorie di terza fascia per le supplenze brevi; chi, come me, si è laureato da troppo poco tempo si deve accontentare di supplenze in scuole private (te le fanno fare anche senza abilitazione) oppure della cosiddetta messa a disposizione , cioè ti presenti direttamente nelle scuole e aspetti supplenze ancora più brevi. O fai totalmente altro, aspettando il concorso». Dice che tra i neolaureati come lui e il sogno di fare l'insegnante c'è un «tappo» di mezzo. «È aumentato l'ingresso nelle Siss rispetto al fabbisogno reale, poi è stato bloccato il turn over quindi si è creato un tappo di precari storici che non rende più gestibile la situazione. Le graduatorie sono strapiene, assumono troppe poche persone ogni anno». Ma giammai vorrebbe partecipare a una «guerra fra poveri». «Va contro il mio interesse ma sono contrario alle guerre tra poveri. I precari storici hanno ragione: le Siss dovevano mettere fine al concorso con l'idea intelligente della dura selezione all'ingresso seguita da un efficace percorso di formazione e infine assunzione certa. Ma la selezione all'ingresso non consentiva false speranze. Poi hanno chiamato quella graduatoria a esaurimento , allora io dico: hanno diritto all'assunzione, sarebbe giusto risolvere il problema loro prima di mettere mano a noi, altrimenti è una scorrettezza». Che poi, sottolinea, quella che il concorso sia destinato a svecchiare il corpo docente «è propaganda». «Al primo bando è richiesta già l'abilitazione, non è per i neolaureati». Lui ha partecipato alla prima prova dei Tfa (Tirocinio formativo attivo, diventato necessario per l'abilitazione), se tutto va bene otterrà il titolo a maggio. Intanto spera che i tecnici del Miur alla fine concedano di fare presentarsi al concorso anche a chi li sta frequentando adesso. «Il ministro Profumo ha previsto un concorso ogni due anni, sarebbe bello se mantenesse la parola ma la verità è che quando si insedia un nuovo ministro, cambiano le regole per l'assunzione dei nuovi insegnanti». Paure tante. «È positivo che si torni ad assumere, hanno anche annunciato investimenti sulla scuola, ma quando? La legislatura è ormai alla fine, questi soldi non arriveranno mai. Io sono d'accordo con l'idea del concorso ma ho paura che adesso facciano molte assunzioni e poi nei prossimi anni niente e noi saremo spacciati».


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