Il grande freddo della scuola "Sbagliato stare in aula tutto giugno"
Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc-Cgil: «Il tema del recupero degli apprendimenti esiste e siamo pronti a discuterne, ma la soluzione non può essere il prolungamento generalizzato del calendario, che appare una soluzione semplice ad una situazione invece complessa e variegata».
flavia amabile
Roma
Toni freddi, parole di circostanza se non di evidente critica hanno accolto l'idea del presidente incaricato Mario Draghi di estendere le lezioni almeno fino alla fine di giugno. Come d'altronde sono state accolti in passato altri tentativi di questo tipo. «Le parole di Draghi lasciano perplessi - sostiene la segretaria dello Snals, Elvira Serafini - nell'affermare che l'anno scolastico debba proseguire, mostra di dare per scontato che nulla fino ad oggi sia stato fatto, annullando con un colpo di spugna tutto il lavoro di mesi e comunicando alle famiglie e agli alunni la sensazione che quanto finora costruito insieme non rappresenti nulla, anzi, sia stata una mera perdita di tempo». Anche Madalena Gissi, segretaria generale della Cisl scuola, avverte: «La scuola è stata aperta», quindi «se bisogna rimodulare, bisogna capire perché; se si pensa ai ragazzi con difficoltà, a chi ha avuto problemi di connessione, a chi appartiene a ceti deprivati e così via. È chiaro che la valutazione va fatta da parte delle scuole per valutare quali possono essere gli interventi. Abbiamo ancora 4 mesi per intervenire, quindi si può iniziare subito un percorso integrativo».
Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc-Cgil: «Il tema del recupero degli apprendimenti esiste e siamo pronti a discuterne, ma la soluzione non può essere il prolungamento generalizzato del calendario, che appare una soluzione semplice ad una situazione invece complessa e variegata». La risposta - prosegue - «non può che essere la valorizzazione dell'autonomia scolastica». Per il segretario della Uil Scuola Pino Turi «una proposta estemporanea è una non-proposta».
L'eventuale allungamento del calendario scolastico è una decisione che però va presa affrontando anche il nodo della maturità da cui dipende il numero di professori di cui le scuole potranno disporre nel mese di giugno per lezioni e progetti: siamo a febbraio ma la crisi di governo ha portato a un rallentamento nella decisione della modalità di svolgimento. I Cinque Stelle sono a favore di un colloquio sul modello dello scorso anno, mentre il Pd vorrebbe una prova scritta di italiano, oltre all'orale. Nel frattempo gli studenti aspettano. —
La docente
"Il programma sarà terminato e noi prof saremo esasperati"
«Mi sembra che come primo approccio con la scuola sia quello sbagliato – commenta Raffaella Soldà professoressa dell'Istituto di Istruzione Superiore Algarotti di Venezia. «È come dirci non avete fatto nulla finora, bisogna recuperare. Io però non ho perso una sola ora di lezione dall'inizio dell'anno. E non solo, siamo sempre stati in presenza eccetto a gennaio quando la Regione ha deciso che le superiori dovevano rientrare in presenza il primo febbraio. Questo però non vuol dire che non abbiamo fatto nulla, vuol dire che abbiamo continuato a fare lezione a distanza. Ora siamo in presenza. Quando ci siamo ritrovati in classe, per la prima volta ho visto i lucciconi negli occhi dei miei studenti nel rivedermi però il rientro è stato duro: stiamo lavorando con metà classe in presenza e metà a distanza. È pesante. E ora vorrebbero farci continuare così anche a giugno? Non servirebbe a nulla, per quella data avremo svolto il programma, verificato gli apprendimenti acquisiti. Farci prolungare le lezioni significa solo aumentare il senso di frustrazione per chi sta lavorando. Noi insegnanti siamo già abbastanza esasperati, stiamo facendo i salti mortali per tenere insieme la baracca eppure continuiamo a essere considerati quelli che da un anno sono in vacanza. Sarebbe preferibile che prima di adottare l'ennesima riforma ci si informi su come funziona la scuola». f.ama. —
La studentessa
"Preferisco la classe alle vacanze abbiamo già perso troppo tempo"
andrea joly
Rivedere il calendario nelle scuole e assumere più docenti per combattere l'abbandono scolastico. Le idee sulla scuola di Mario Draghi piacciono ad Anita Iacovelli, studentessa di seconda media che dalle piazze di Torino è diventata simbolo della protesta anti-Dad da novembre ad inizio 2021: «Con i docenti non ne abbiamo ancora parlato, ma dal mio punto di vista andare a scuola fino al 30 giugno quest'anno è un'ottima cosa. Potremmo recuperare il programma inevitabilmente perduto dai rallentamenti della Dad, che già in queste settimane di scuola in presenza stiamo rincorrendo. Sono felice dell'idea di stare più in classe anche se significa rinunciare a una parte delle vacanze con i nonni».
Il prolungamento delle lezioni scolastiche oltre i termini previsti insomma non incontra ostilità: «Molti di noi stanno comunque in città. E poi sarebbe una prova per allinearci con quelli che succede fuori dall'Italia: se lo fanno gli altri, possiamo anche noi». Neanche avere meno tempo per i compiti spaventa? «Spesso si rimandano comunque a fine luglio e agosto. Io, se li iniziò a giugno, ho bisogno di rifarli ad agosto perché qualcosa mi dimentico». Sulla scuola in presenza di oggi ci sono solo sorrisi: «Anche i miei compagni che avevano paura mi sembrano felici. C'è molta più interazione, questa è di nuovo scuola». —
La rappresentante dei genitori
"Facciamo laboratori e progetti i nostri ragazzi vanno risarciti"
Andare a scuola a giugno? Sarebbe un bel segnale, sostiene Angela Nava, presidente del Coordinamento Genitori Democratici. «In genere le perplessità sono legate alle pessime condizioni dell'edilizia scolastica però a giugno il caldo non è ancora insopportabile, si può stare in classe. Oltretutto le scuole dell'infanzia chiudono il 30 giugno, questa data è un appuntamento simbolico già maturato nelle abitudini degli italiani».
In realtà da parte di chi lavora nelle scuole i toni utilizzati per commentare la proposta sono molto diversi. Angela Nava ricorda che per chi appartiene al Coordinamento Genitori Democratici «i ragazzi non vanno recuperati ma risarciti. Si può pensare non a lezioni vere e proprie ma a iniziative da adottare da parte delle scuole nella loro autonomia. Si possono organizzare laboratori o seguire altri progetti. Le scuole hanno tante risorse, sanno come utilizzare la loro creatività. Sarebbe però importante avere scuole aperte fino al 30 giugno e dare a ragazze e ragazzi un luogo dove ritrovarsi. Siamo poi sicuri che il vecchio calendario scolastico, quello a cui siamo abituati, sia il migliore? Non coincide con nessuno dei calendari delle nazioni a noi contigue, cambiarlo potrebbe essere un progetto a lungo termine da prendere in considerazione. E, comunque, mi sembra importante che un banchiere abbia messo la scuola al primo posto e la consideri un investimento». f. ama. —