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Il giorno-prof contro la Moratti

prof contro la Moratti SEREGNO Professori e presidi in difficoltà nel garantire la qualità dell'offerta formativa agli studenti. Fino allo scorso anno le cattedre degli insegnanti erano ass...

03/10/2003
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Il Giorno

prof contro la Moratti

SEREGNO Professori e presidi in difficoltà nel garantire la qualità dell'offerta formativa agli studenti. Fino allo scorso anno le cattedre degli insegnanti erano assegnate in modo da assicurare il migliore impiego didattico del docente, che completava il suo orario con alcune ore di supplenza, di compresenza, di recupero e dedicate a piccoli gruppi di lavoro. L'applicazione della nuova normativa prevede invece che tutte le diciotto ore settimanali debbano essere riservate all'insegnamento.
Alle scuole in questo modo viene praticamente a mancare la quasi totale copertura di supplenti in caso di malattia, motivi di famiglia, gite, visite guidate, spettacoli cinematografici, assemblee dei colleghi assenti. Una situazione che diventa ancora più ingestibile in quegli istituti dove le attività collaterali rivestono particolare importanza. Basti pensare alle scuole ad indirizzo turistico dove ogni anno vengono organizzati stages all'estero che impegnano gli insegnanti per parecchi giorni. Con la nuova normativa si corre dunque il rischio di lasciare scoperte le classi.
Di questa problematica, comune a tutte le scuole medie inferiori e superiori, si sono fatti portavoci alcuni insegnanti della Brianza che nei giorni scorsi hanno redatto ed approvato a larghissima maggioranza un documento che verrà inviato al ministro Letizia Moratti e alle stesse componenti sindacali: "Le scelte di costituire cattedre di diciotto ore - si evince nel documento che è stato approvato dal collegio docenti dell'Itc Primo Levi di Seregno (nella foto una visita del ministro) e che probabilmente verrà diffuso in molte altre realtà scolastiche brianzole - ha avuto conseguenze altamente negative tra cui quella di aver creato delle difficoltà nel reperire docenti disponibili ad effettuare le supplenze con conseguenti disagi all'utenza, soprattutto là dove vi sono studenti minorenni".
In queste prime settimane i presidi stanno escogitando delle soluzioni alternative che però devono fare i conti con la realtà scolastica. Una "coperta corta" che non risolve in modo qualitativo il problema. C'è chi ha deciso di mettere mano al portafoglio retribuendo i docenti disponibili ad accollarsi ore al di fuori della propria cattedra.
Altri capi di istituto hanno avanzato la proposta di accorpare le classi con evidenti problemi logistici: "Ciò che sconcerta maggiormente - si legge nel documento - è che i pesanti svantaggi , che ricadono soprattutto sugli studenti, non sono giustificati da alcuna motivazione didattica ma unicamente dall'intenzione di risparmiare fondi. Non possiamo accettare questa logica. Nella scuola occorre investire, non risparmiare. Questo per dare una sempre migliore migliore qualità dell'offerta formativa".

di Gigi Baj


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