il Giorno: Meglio tornare indietro: esami di riparazione, a settembre o a giugno
I presidi favorevoli alla proposta Fioroni
— MILANO —
IL MINISTRO È per un ritorno al futuro. Fioroni non ha preso alcuna decisione formale, ma ha detto apertamente che, di fronte ai problemi creati dal meccanismo dei debiti e dei corsi di recupero, sta pensando a ripristinare i vecchi esami di riparazione: prove serie, a rischio di bocciatura. Capaci insomma di rappresentare uno spauracchio vero.
Un’idea che ha subito provocato una levata di scudi da parte delle organizzazioni studentesche («Non è tornando al passato che si risolvono i problemi) e molte perplessità nelle famiglie: l’idea di avere le ferie condizionate dagli esami del pargolo non esalta. E non entusiasma neppure il pensiero di dover spendere soldi per le lezioni private. Anche se, in realtà, il fenomeno delle lezioni private (indicato come uno dei motivi dell’abolizione degli esami a settembre) non è mai andato in soffitta. Sono tantissimi i ragazzi delle superiori (ma anche gli universitari e questa è la vera novità degli ultimi anni) che si affidano alle cure di un docente "privato" per recuperare durante l’anno o per affrontare le verifiche necessarie per cancellare i debiti raccolti a giugno.
Generalmente non ostili all’ipotesi appaiono invece i capi di istituto, decisamente insoddisfatti dei risultati ottenuti con la formula dei debiti e dei recuperi.
«L’IDEA di ripristinare gli esami di riparazione - dice Innocente Pessina, preside del liceo classico Berchet - è sicuramente interessante. Il concetto era che se un ragazzo non riesce ad ottenere risultati sufficienti in una o più materie, la responsabilità è anche della scuola, che non può abbandonarlo a se stesso. Da qui la formula dei debiti e dei corsi di recupero, che però non ha dato i risultati sperati. Ora, se dovessimo tornare agli esami di riparazione, credo che la scuola dovrebbe comunque occuparsi di chi è rimasto indietro, assumendosi le sue responsabilità».
«Per questo - prosegue - la mia proposta sarebbe quella di ripristinare gli esami di riparazione, ma non a settembre. Le prove potrebbero essere fatte prima dell’estate. Appena finite le lezioni, ai primi di giugno, i ragazzi che hanno delle insufficienze dovrebbero seguire a scuola corsi "full immersion" nelle materie nelle quali hanno carenze e poi sostenere gli esami».
A tenere i corsi dovrebbero essere i loro stessi insegnanti, incentivati con un a retribuzione simile a quella attribuita ai commissari della Maturità. Il che significa che il tutto dovrebbe concludersi prima dell’inizio dell’Esame di Stato.
MOLTO PIÙ tradizionale Michele d’Elia, preside del liceo scientifico Vittorio Veneto.
«Tornare agli esami di riparazione, inopportunamente aboliti - dice -, sarebbe la cosa più seria, sia dal punto di vista tecnico, sia sotto il profilo della chiarezza nei confronti dei ragazzi e delle famiglie. Debiti e recuperi non servono a niente perchè manca il deterrente. Nessuno, né gli studenti, né le famiglie si preoccupa per un debito. Con gli esami di riparazione invece si rischia la bocciatura e questo è il solo deterrente che funziona».
«E - aggiunge - non ci sarebbe bisogno di nessuna modifica. Basterebbe ripristinare la vecchia formula, con le prove ai primi di settembre. Anzi, credo che l’intero impianto della riforma Gentile andrebbe riproposto nel suo complesso, compresi gli esami intermedi di quinta elementare e di terza media, perchè era un assetto molto più equilibrato di quello disegnato dalle riforme di ministri di ogni estrazione politica».
Gi.Gu.