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Il Giorno-Con lo sciopero generale scuole a rischio di blocco

DOMANI n Dagli asili alle superiori Con lo sciopero generale scuole a rischio di blocco MILANO - Scuole bloccate o quasi, domani, per lo sciopero generale del settore. L'agitazione è procl...

14/11/2004
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Il Giorno

DOMANI n Dagli asili alle superiori
Con lo sciopero generale scuole a rischio di blocco
MILANO - Scuole bloccate o quasi, domani, per lo sciopero generale del settore. L'agitazione è proclamata dai tre sindacati confederali (Cgil, Cisl e Uil Scuola) e, separatamente, dalla Gilda e dai Cobas.
E se è sempre difficile fare previsioni sull'andamento di uno sciopero, in questo caso, considerando che a promuoverlo sono tutte le sigle sindacali, con la sola eccezione dello Snals, e che l'agitazione riguarda tutte le figure professionali (docenti, dirigenti, personale ausiliario, tecnico e amministrativo) in tutte le scuole statali di ogni ordine e grado - dalle materne alle superiori - la possibilità che gli spazi per un normale svolgimento delle lezioni sia ridottissimo appare più che fondata.
A rendere concreta la protesta - oltre allo sciopero - sarà la manifestazione indetta per domattina a Roma e alla quale prenderanno parte anche le delegazioni milanesi e lombarde, con un treno speciale in partenza questa sera da Milano e 15 pullman che partiranno dagli altri capoluoghi provinciali.
A scegliere la via della protesta locale è invece la Gilda, che per domani mattina alle 10 ha indetto una manifestazione in piazza San Babila, con la partecipazione del coordinatore nazionale Alessandro Ameli. Durante il presidio verranno anche distribuite cartoline da inviare al presidente Formigoni per chiedere il referendum sulla riforma Moratti.
Quattro i motivi e gli obiettivi della protesta: la riforma Moratti, la finanziaria e i conseguenti tagli agli organici, la legge sullo stato giuridico degli insegnanti, il rinnovo della parte economica del contratto nazionale, già scaduta da gennaio, per la quale i sindacati chiedono un aumento pari all'8 per cento, contro una proposta ministeriale del 3,5 per cento.
Gi.Gu.


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