Il Giorni-Grembiulini verdi per scolari leghisti

Grembiulini verdi per scolari leghisti
Tutti insieme appassionatamente. Ma ognuno per conto proprio: giovani musulmane da una parte, studenti cattolici dall'altra. Ragazze islamiche con il velo e senza Crocifisso alla parete, liceali "locali" in minigonna in un'aula dotata di simbolo cristiano.
E' quello che succederà l'anno prossimo all'Agnesi, superiore milanese con un glorioso passato da istituto magistrale. E' quello di cui si discute in questi giorni di pausa scolastica, tra la fine degli esami e la ripresa di settembre. E' chiaro che non sarà il particolare trattamento riservato a una ventina di ragazze di famiglia musulmana a cambiare le condizioni della ormai numerosa comunità islamica milanese o a modificare l'atteggiamento della città nei confronti degli immigrati extracomunitari. Pur nei suoi limiti però l'iniziativa si presta ad alcune considerazoni. Perchè, se la tendenza prendesse piede, fra un po' non ci si dovrebbe stupire dell'istituzione di qualche sezione riservata agli studenti buddisti (anche loro non mancano fra le giovani leve extraeuropee), magari in aule ravvivate con qualche poster di Baggio alle pareti. Primo passo verso la costituzione di classi riservate a soli giovani milanisti (interisti, juventini, a scelta delle famiglie, che altrimenti minaccerebbero di far interrompere gli studi ai ragazzi). Oppure, se si vuole tornare su argomentazioni più serie, primo passo verso la costituzione di classi di soli studenti di famiglia cattolica, o riservate ai rampolli di genitori diessini o dichiaratamente comunisti, con immediate ripercussoni sulla scelta dei libri di testo e adeguati adattamenti dei programmi. Per non parlare poi delle possibili classi di giovani leghisti, con tanto di grembiulino verde e di gigantografia di Bossi al posto della carta geografica. O addirittura di qualche super-classe di soli alunni belli, biondi, alti e ricchi. Tutto questo per dire che l'innovazione dell'Agnesi appare come la più evidente contraddizione di quelli che dovrebbero essere i principi di integrazione nella scuola: dell'educazione alla convivenza con bambini e ragazzi con esperienze, culture e abitudini diverse. L'educazione ad avere compagne di banco con il velo o con la minigona, che mangiano panini al prosciutto o li guardano con disgusto. E tutto ciò, incredibilmente, nel pieno, assoluto, rispetto reciproco.