Il Giornale: Superiori, controriforma Fioroni Ma nelle scuole entrano le aziende
Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, incentiva l’autonomia scolastica e apre ai finanziamenti privati nella scuola pubblica
Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, incentiva l’autonomia scolastica e apre ai finanziamenti privati nella scuola pubblica. E propone un fondo perequativo per non penalizzare le scuole che si trovano nelle aree più disagiate.
L’idea di aprire ai privati per la verità era stata introdotta già dall’ex ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti nel decreto 226 del 2005 relativo alla riforma della secondaria superiore. Allo stesso tempo Fioroni blocca proprio l’avvio dell’ultima tranche della riforma Moratti, che sarebbe dovuta partire nel settembre del 2007, congelando quindi la cosiddetta liceizzazione del sistema di istruzione superiore.
Due i provvedimenti presentati da Fioroni. Il primo inserito nel decreto sulle liberalizzazioni che ieri è passato al vaglio del consiglio dei ministri. Probabilmente soltanto per motivi di fretta. Una modalità di intervento che lascia di stucco l’opposizione, come denuncia Valentina Aprea di Forza Italia.
«Il ministro Fioroni non finisce di stupire: il decreto Bersani modificherà anche la riforma Moratti per la parte dell’istruzione tecnica del secondo ciclo -dice la Aprea -. In Finanziaria l’obbligo di istruzione, ora il colpo di mano sul secondo ciclo in un decreto omnibus. Ma non era la sinistra che rivendicava provvedimenti condivisi e dedicati all’istruzione? Ci auguriamo di poter valutare le modifiche in Parlamento in un confronto aperto e leale».
Nel decreto d’urgenza contenuto nelle liberalizzazioni Fioroni ha inserito il congelamento della riforma dell’istruzione superiore, salvando così gli istituti tecnici e l’apertura al finanziamento dei privati, prevedendo per gli istituti scolastici le stesse agevolazioni fiscali destinate alle Fondazioni.
Fioroni poi ha messo in cantiere anche un disegno di legge, approvato ieri dal consiglio dei ministri, per rivedere l’assetto dell’istruzione tecnica superiore.
Con il decreto sulle liberalizzazioni si conferma che resta l’istruzione tecnica e professionale riorganizzata nei Poli tecnico professionali: ce ne sarà almeno uno per provincia. I Poli avranno tre componenti . Istituti tecnici e professionali.
Strutture formative accreditate per il conseguimento di qualifiche (gli attuali percorsi triennali) e diplomi professionali spendibili a livello nazionale ed europeo. Istituti tecnici superiori che saranno istituiti come trasformazione degli attuali Ifts (cioè percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore post secondaria non universitaria).
Sempre col decreto si apre la scuola alle donazioni private da parte delle autonomie locali, del mondo dell’impresa e del settore no profit. Gli sgravi fiscali sono previsti per tutte le donazioni effettuate da persone fisiche, imprese e mondo d’associazionismo. Sarà possibile dichiarare le donazioni a partire dal 2008.
Nel disegno di legge che poi approderà in Parlamento invece si prevede una riorganizzazione complessiva del sistema. Riordino e potenziamento degli istituti tecnici appena riconfermati dal decreto. Raccordo tra gli istituti tecnici statali e la formazione professionale affidata alle regioni. Riordino degli organi collegiali. Potenziamento delle Giunte esecutive delle istituzioni scolastiche. L’indirizzo sarà sempre determinato dal Consiglio di circolo e di istituto ma ci sarà una rappresentanza per le autonomie locali, le Università, le imprese, le associazioni, le fondazioni, le organizzazioni rappresentative del mondo economico, del terzo settore, del lavoro e delle realtà sociali e culturali presenti sul territorio.
Infine nel Bilancio del Ministero della Pubblica Istruzione viene istituito un apposito «Fondo perequativo» con il quale il ministero potrà assegnare le risorse necessarie alle scuole che non siano state beneficiate in maniera significativa con donazioni in loro favore per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa.