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Il Giornale:I genitori costretti a pagare supplenti, scope e detersivi

Scuole senza soldi

05/02/2007
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Il Giornale

Scuole senza soldi. Dirigenti scolastici costretti a far ricorso ai fondi raccolti all’inizio dell’anno dai genitori per far fronte a una situazione finanziaria disastrosa: per pagare gli stipendi ai supplenti e persino per acquistare il materiale per le pulizie. Perché i fondi prima assegnati agli uffici scolastici regionali per essere distribuiti alle scuole, ora se li tiene stretti nella sua borsa il ministero. Che a metà anno scolastico lascia ancora le scuole a secco. E dire che proprio l’altro giono il ministro Giuseppe Fioroni in una lettera inviata agli insegnanti italiani indicava alcuni obiettivi che stava attuando per migliorare il servizio scolastico nazionale: «Restituire maggior protagonismo e responsabilità alle singole scuole e agli insegnanti» e, quindi, «l’affidamento diretto alle singole scuole autonome delle risorse finanziarie e la definizione di nuovi strumenti per una gestione condivisa e responsabile». Belle parole, che tuttavia si vanno a scontrare con una realtà che si sta facendo di giorno in giorno più drammatica. Le scuole, infatti, sono con l’acqua alla gola per la mancanza di fondi. Così sono già a rischio in molte situazioni gli stipendi dei supplenti, e sono bloccati molti progetti previsti per migliorare la qualità dell’offerta formativa. «Nelle scuole statali si sta verificando una situazione che ha dell’incredibile – protesta Gianni Gandola, a nome dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) -. A cinque mesi dall’inizio dell’anno scolastico, gli istituti non conoscono ancora l’entità dei finanziamenti relativi alle spese di funzionamento e all’autonomia scolastica. Non solo questi fondi non sono stati accreditati alle scuole, ma addirittura non è dato sapere qual è la loro effettiva consistenza. Questo è il motivo per cui sono state rinviate a data da stabilirsi le scadenze per l’approvazione del Programma annuale, vale a dire la definizione del bilancio relativo alle attività che si possono realizzare. È evidente che un ritardo del genere vanifica qualsiasi possibilità di programmazione seria delle attività (gli istituti dovrebbero sapere a inizio anno scolastico quali sono le risorse di cui dispongono e quindi


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