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Il giallo della privatizzazione dei brevetti

Una norma inserita nell'Investment Compact approvato dal cdm prevede che d'ora in poi tutti i brevetti delle università e degli enti di ricerca siano gestiti dall'Iit di Genova. Il Pd: 'la norma sarà stralciata'

23/01/2015
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La Stampa

Flavia Amabile

Ricordate la norma salva-Berlusconi infilata da una 'manina' ignota nel decreto di attuazione della delega fiscale alla vigilia di Natale? E' capitato qualcosa di simile nell'ultimo consiglio dei ministri. All'interno dell'Investment compact. il decreto per attirare nuovi investimenti, approvato dai ministri è apparsa anche una norma che ha scatenato l'allarme del candidato rettore dell'Alma Mater di Bologna, Maurizio Sobrero. Il testo - accusa in un post pubblicato sul suo blog - prevede "anche che da ora in avanti tutti i brevetti delle Università e degli enti di ricerca passino sotto la gestione dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, una fondazione privata costituita nel 2003 con apposita legge per far partire un nuovo centro di ricerca". Sobrero si chiede "perché si dovrebbe affidare alla Fondazione Iit il frutto delle ricerche condotte nelle Università e negli enti di ricerca" e, tra l'altro, "perché tutto ciò viene introdotto ancora una volta con un provvedimento che nulla ha a che fare con università e ricerca". Il candidato rettore a Bologna ricorda che "già oggi esiste presso il ministero dello Sviluppo economico, insieme al ministero dell'Economia responsabile del provvedimento, un database consultabile liberamente online dei brevetti delle Università che ora per decreto dovrebbe fare Iit". In altre parole, insiste Sobrero, "perché dobbiamo sempre mettere le Università e la ricerca sotto tutela? Non basta far fare il suo lavoro all'Iit con le molte risorse che fino ad ora sono state lì concentrate? Dovremo dargliene altre anche per occuparsi di questo? Che bisogno c'è di creare un altro carrozzone centralistico e burocratizzare ciò che invece ha bisogno di semplicità e apertura?". 

Dubbi comprensibili che oltretutto si mescolano alla strana sensazione di essere di fronte all'ennesima manovra poco chiara partorita in consiglio dei ministri. Della centralizzazione dei brevetti nulla sapevano all'Iit di Genova e il Miur aveva espresso la sua contrarietà. In ogni caso la ministra Stefania Giannini nemmeno era presente in cdm. I principali sospettati quindi sono due, tecnici del Mise e del Mef, i due dicasteri che hanno scritto la norma.  

Subito dopo l'allarme lanciato da Bologna, ha preso posizione il Pd. "Scelta incomprensibile - scrive su Twitter la deputata Manuela Ghizzoni - grave se la norma venisse confermata nel testo in Gazzetta Ufficiale. Impegniamoci perché venga stralciata prima". Subito dopo Francesca Puglisi, responsabile Scuola del partito, assicura un intervento: "Sarà stralciata. Il Partito Democratico e il Governo credono nell'autonomia degli Atenei e nella libertà della ricerca scientifica".  

A questo punto si tratta di capire come si potrà intervenire ma il testo del provvedimento deve ancora andare in Parlamento, una modifica è possibile. Più difficile sarà capire chi sia l'autore dell'investimento e perché l'abbia fatto.  


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