Il Consiglio di Stato: non ci sono prove che chiudere le scuole serva. Non si può sacrificare il diritto all’Istruzione
Nel decreto cautelare che respinge il ricorso della presidenza del consiglio contro la decisione del Tar del Lazio le motivazioni per riaprire le scuole per tutti, anche in zona rossa
Gianna Fregonara
Dice il Consiglio di Stato - sezione III presieduta da Franco Frattini - che, poiché «emergerebbe la non forte influenza delle attività di istruzione in presenza ai fini della diffusone del contagio», la didattica a distanza non trova una «razionale motivazione» nella «priorità assegnata alla precauzione sanitaria» a fronte «della grave compressione del diritto all’istruzione anch’esso costituzionalmente tutelato». Insomma, tra due diritti uguali - tutela della salute e istruzione - la situazione non è tale da poter sacrificare la scuola in presenza per motivi sanitari.
Cosa cambia
E’ la prima volta che, rigettando peraltro il ricorso della Presidenza del consiglio, arriva una presa di posizione ufficiale e solenne come quella contenuta nella motivazione del provvedimento del Consiglio di Stato in cui si richiamano le istituzioni a non sacrificare il diritto all’istruzione senza una motivazione scientifica inappellabile. Nei fatti però, per ora, non cambia nulla. E’ vero che il nuovo decreto che è in via di pubblicazione e che varrà dal 6 al 30 aprile consente di riaprire le scuole fino alla prima media anche in zona rossa. Ma per le altre classi delle medie e per le superiori, in zona rossa, resta la Dad. La discussione nel merito del ricorso è fissata per il 22 aprile, quella del ricorso originario davanti al Tar addirittura a fine maggio, e potrebbe saltare perché il decreto contro cui si erano appellati i genitori cessa i suoi effetti il 6 aprile. Sono comunque soddisfatti i ricorrenti, che soon genitori dei comitati per il ritorno in classe in presenza.
Il principio
Se dal punto di vista giuridico è una battaglia intricata, dove le date hanno la loro importanza nel dare torto al governo senza però intralciare il corso dei decreti, resta il punto fermo che questa pronuncia contribuirà a rendere più complicato in futuro chiudere le scuole. Infatti anche la Dad, che per le superiori è prevista per legge, lo è soltanto in alternanza con le lezioni in presenza.