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Il cittadino-Riforma della scuola: caro ministro, così non va!

Riforma della scuola: caro ministro, così non va! Stimatissimo direttore, sono decisamente deluso del cammino che stanno facendo le riforme scolastiche attivate dal governo: dopo tante promesse,...

20/08/2002
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Riforma della scuola: caro ministro, così non va!

Stimatissimo direttore, sono decisamente deluso del cammino che stanno facendo le riforme scolastiche attivate dal governo: dopo tante promesse, molteplici sono i motivi di perplessità e di sconcerto.
Avevo accolto le ipotesi di riforma generale con soddisfazione, considerando infausto quanto fatto dal precedente governo. Estremamente positivi, fra gli altri, avevo considerato la centralità dell'alunno; la pari dignità dei due percorsi di tipo scolastico e di istruzione professionale; il mantenimento della scuola elementare e della scuola media; la valorizzazione delle scelte educative della famiglia nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori; la prospettiva di realizzare il principio di responsabilità dei soggetti tutti.
Detto questo, dai lavori governativi mi aspettavo molto di più e molta più coerenza operativa.
Circa la parità scolastica e la libertà di scelta istituzionale da parte dei cittadini, siamo ancora al palo: tante parole, ma la concreta possibilità di scelta resta ancora una chimera. Si moltiplicano i vincoli per le scuole non statali paritarie, ma di porre mano a un concreto sostegno economico che elimini le discriminazioni dei cittadini a causa delle loro scelte non si parla. Senza una vera attenzione a questo problema, come si attua la valorizzazione delle scelte della famiglia?
Per quanto riguarda la riforma della scuola professionale, resta in vigore il pasticcio dell'obbligo scolastico a 15 anni, dato dalla legge 9, che ha causato, e continua a causare danni: non si è assecondata la richiesta di abolire la legge e nemmeno si è voluta considerare l'ipotesi di consentire alle regioni di attivare percorsi alternativi in grado di ridurne il disagio. Ancora una volta si mantiene una impostazione che opera "sui" ragazzi. Dove sta la pari dignità, sia culturale che istituzionale?
Circa i cicli, sorprende la decisione di attivare una sperimentazione della riforma della scuola dell'infanzia nonostante l'impianto complessivo della riforma non abbia ancora visto il placet del Parlamento. È decisione che mi lascia molto perplesso. Mi sembra una forzatura inutile e controproducente.
L'anticipo generalizzato dell'ingresso nella scuola elementare, e ancor più l'anticipo dell'ingresso nella scuola dell'infanzia è, a mio parere, un grossissimo errore sia pedagogico che strutturale, ma anche un grave errore politico.
Dove sta la centralità dell'alunno in questa scelta? Perché con l'ingresso di bambini di età inferiore ai tre anni, con esigenze particolari, destrutturare una scuola, quella dell'infanzia, che è tra le migliori? Si dice di voler dare un servizio alle famiglie che lavorano: perché non aiutare i comuni a realizzare asili nido, di cui c'è grande carenza, piuttosto che forzare istituzioni e insegnanti in compiti che a loro non si addicono? Perché fare della scuola dell'infanzia una istituzione assistenziale? Perché impoverire la funzione del primo anno di scuola elementare con la compresenza nella medesima classe di bambini di età con diversi mesi di differenza, e quindi esigenze evolutive diverse? Perché dare avvio a un percorso pasticciato? Senza contare che mancano le strutture, e la decisione porterà a discriminazioni inaccettabili (e odiose lunghe liste di attesa). Il "fare" tanto per "fare" non porta mai lontano. In assenza di un'ampia condivisione di base, la decisione sembra essere soltanto di carattere demagogico. Infatti, dove sta il tanto sbandierato largo consenso richiesto?
Così non va. Mi auguro un'azione più realistica ed efficace, certamente più attenta alle esigenze formative degli alunni. Anche per non minare la fiducia che ha accompagnato l'affermarsi di questa maggioranza di governo. Grazie.
Giancarlo Tettamanti
socio fondatore Agesc
(Associazione genitori scuole cattoliche)
Milano


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