Il Centro-Scuola, il 15 novembre sciopero degli insegnanti contro la riforma Moratti
Incroceranno le braccia docenti e amministrativi Scuola, il 15 novembre sciopero degli insegnanti contro la riforma Moratti ...
Incroceranno le braccia docenti e amministrativi
Scuola, il 15 novembre sciopero degli insegnanti contro la riforma Moratti
PESCARA. Il 15 novembre sciopero della scuola. Anche in Abruzzo per l'intera giornata si asterranno dal lavoro i docenti e il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola. E' in programma una manifestazione nazionale a Roma per chiedere il rinnovo del contratto di categoria. I sindacati denunciano anche i problemi legati all'attuazione della riforma.
In Abruzzo la protesta assume un significato particolare. "L'attuazione della riforma", osserva Renato Pengue, segretario regionale Cisl scuola "sta portando tanti problemi. In Abruzzo si è voluto per forza far partire questa riforma seppur in maniera zoppa. Non chiedevamo di non applicare la legge ma sarebbe stato opportuno posticipare la riforma in attesa che fossero definiti sul piano contrattuale gli aspetti più controversi. Regna un clima di incertezza, i docenti non sanno cosa fare e a farne le spese sono gli alunni". Cgil, Cisl e Uil chiamano direttamente in causa la direzione scolastica regionale. "Il direttore generale dell'Abruzzo", denuncia Paola Bonifaci, segretario regionale Cgil scuola "è sordo e cieco, da mesi ci nega il confronto". In Abruzzo alle questioni nazionali si aggiungono problematiche specifiche. I sindacati contestano i tagli all'organico e la mancanza di risorse. "In Abruzzo", ricorda Enio Taglieri, segretario regionale Uil scuola "negli ultimi anni sono stati tagliati oltre 1000 posti tra docenti e personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Come si può partire con l'inglese prevedendo corsi di formazione minimi per gli insegnanti generici e solo 9 posti per specialisti in tutta la regione". In Abruzzo si pone anche il problema degli insegnanti di sostegno. "I bambini portatori di handicap" spiega Bonifaci "sono oltre 4mila, uno ogni 45 alunni, un'emergenza che non può essere affrontata solo con poche ore di insegnamento di sostegno". Altra questione i corsi di strumento musicale. "Abbiamo ottenuto 12 posti in più in organico di diritto", dice Bonifaci "ma non sono sufficienti per far partire i corsi in tutte le scuole". I problemi maggiori riguardano la scuola di base. "Sono stati accolti bambini di 2 anni e mezzo nelle scuole dell'infanzia", ricorda Pengue "ma non ci sono gli insegnanti per assisterli. Si affossa una scuola modello in Europa".