Il Centro-Riforma Moratti, scatta la mobilitazione
Riforma Moratti, scatta la mobilitazione Il 22 ottobre si sciopera a Chieti. Protesta nazionale il 15 novembre ...
Riforma Moratti, scatta la mobilitazione
Il 22 ottobre si sciopera a Chieti. Protesta nazionale il 15 novembre
CHIETI. Autunno caldo sul fronte scolastico. Da giovedì, i confederali (Flc-Cgil, Cisl-scuola, Uil-scuola) hanno proclamato lo stato di agitazione, in vista dello sciopero generale nazionale del 15 novembre. Problemi contrattuali, impegni disattesi nella finanziaria 2005, in fase di preparazione, e vari passaggi della riforma Moratti le ragioni alla base della protesta.
"Fino al 19 ottobre, nei singoli istituti, si organizzano durante gli orari di lavoro assemblee per illustrare gli obiettivi della mobilitazione" spiega Andrea Leonzio, responsabile provinciale Cisl-scuola. Dieci giorni per carburare e, a partire dal 20, si apre un calendario di scioperi articolati in ogni regione, alla prima ora di lezione o di servizio, per docenti, educatori, dirigenti, personale Ata. "In Abruzzo, e in provincia di Chieti, è programmato per venerdì 22. Faremo manifestazioni e volantinaggi per portare a conoscenza della cittadinanza le ragioni della mobilitazione. Con ogni probabilità allestiremo un presidio davanti al centro servizi. Il 29" prosegue "un'ulteriore giornata di protesta con i docenti e il personale Ata che svolgeranno soltanto attività obbligatorie, senza incarichi aggiuntivi". La mobilitazione nazionale è diretta conseguenza del fallimentare tentativo di conciliazione tra le richieste dei lavoratori e i rappresentanti del ministero dell'istruzione. "Chiediamo un'apertura immediata delle trattative sui contratti e per il biennio 2004-05 un incremento retributivo dell'8%, al fine di salvaguardare il potere d'acquisto. Il governo ci ha concesso al massimo il 3,7%. Viene disatteso l'accordo firmato nel '93 sulla politica dei redditi". Dal capitolo stipendi al settore risorse: in relazione alla legge finanziaria in via di approvazione in parlamento, i sindacati chiedono l'avvio di una programmazione di investimenti pluriennali a sostegno della scuola pubblica, interrompendo una politica segnata da tagli di bilancio e del personale. "L'obiettivo del governo" commenta il sindacalista "è di dimezzare il numero dei docenti, nell'ottica di favorire gli istituti privati. Inoltre, vanno definite le immissioni in ruolo degli insegnanti e del personale Ata sui posti vacati e disponibili", come previsto dalla legge 143 del 2004. Ribadito il giudizio negativo sulla legge 53 del 2003, la riforma Moratti e la contrarietà alla regionalizzazione del sistema dell'istruzione.
Andrea Putaturo