Il Centro-Ma resta l'avventura della conoscenza il rapporto tra chi insegna e chi impara

"Ma resta l'avventura della conoscenza il rapporto tra chi insegna e chi impara"

CHIETI. Nel giorno in cui si è parlato molto di "formazione virtuale", targata ateneo telematico "Leonardo Da Vinci", gli studenti chiedono anche il permanere dell'università tradizionale e il regolare rapporto tra insegnanti e alunni. "Vorremmo che questi anni di studio non fossero una parentesi della nostra vita", dice nel tratto iniziale del suo intervento alla cerimonia il rappresentante degli studenti, Lorenzo Vicchiarello. Cosa si aspettano allora i giovani? "Una possibilità di crescita umana, prima ancora che culturale". Lo studente continua ripercorrendo i momenti fondamentali dell'innovazione tecnologica legata all'apprendimento e ribadisce che "l'avventura della conoscenza è un rapporto tra chi insegna e chi impara". Umanesimo della formazione ribadito anche nella relazione di Rita Tomei, in rappresentanza del personale amministrativo della "D'Annunzio". E l'analisi del giovane passa anche al vaglio, tra i tanti argomenti, il nuovo sistema universitario, elencandone i punti deboli e auspicando, al contempo, una maggiore concertazione tra accademia e mondo del lavoro, che aiuti i laureati a trovare subito occupazione. Paradigmatica la chiusura presa in prestito da un recente intervento del vescovo di Bologna, monsignor Caffarra. "L'uomo non ha bisogno più di un insegnante ma di un maestro", conclude lo studente della facoltà di economia, "l'insegnante trasmette un sapere: il maestro trasmette anche un senso. Il primo chiede di imparare, il secondo sollecita a verificare".
Sipo Beverelli