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Il Centro-Esame di Stato o farsa?

Esame di Stato o farsa? di Luciano Verdone Esame di Stato, "rito di passaggio" verso l'assunzione di nuove responsabilità. Di studio o di lavoro. Da quest'anno ha avuto inizio l'...

28/06/2004
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Il Centro

Esame di Stato o farsa?
di Luciano Verdone
Esame di Stato, "rito di passaggio" verso l'assunzione di nuove responsabilità. Di studio o di lavoro. Da quest'anno ha avuto inizio l'innovazione introdotta dalla legge finanziaria 2002: nelle scuole statali e paritarie, le commissioni esaminatrici sono costituite, non più dall'equilibrata presenza di commissari interni ed esterni, ma esclusivamente da docenti della classe. Unico membro esterno è il presidente il cui ruolo è affidato ad un preside o docente esterno alla scuola e che si trova a coordinare i lavori delle commissioni di un intero istituto (anche dieci classi). Cosa dire di quest'innovazione che ha suscitato già tante polemiche?
Va detto innanzitutto che all'origine dell'ennesima riforma degli esami di stato non vi sono motivazioni pedagogico-didattiche, ma solo esigenze di risparmio: ormai è il ministero del Bilancio a determinare le scelte di politica scolastica. In positivo, va sottolineato il vantaggio degli studenti di trovarsi di fronte degli interlocutori conosciuti, i loro stessi insegnanti (come negli esami di licenza media) per cui possono affrontare le verifiche con maggiore serenità, riducendo al minimo il cosiddetto "rischio d'esame".
Non mancano, tuttavia, gli aspetti sfavorevoli: Primo. Ci troviamo di fronte all'assurdo d'insegnanti che si trovano a verificare alunni che hanno interrogato fino a dieci giorni prima: di conseguenza, l'esame acquista il carattere di un rituale inutile e faticoso, in cui sempre più emerge la disposizione, da parte degli esaminatori, di confermare i giudizi espressi durante il triennio.
Si crea, in tal modo, la premessa per l'abolizione dell'esame o per lo scadimento del valore legale del titolo di studio.
Secondo. Una commissione composta esclusivamente da interni non garantisce l'oggettività che si richiede ad un "esame di stato": i professori si sentono emotivamente coinvolti nelle prestazioni dei loro studenti e tendono sempre più ad identificarsi con essi, a scapito dell'atteggiamento scientifico, al quale può essere concessa l'empatia ma non la sostituzione o il supporto. Lo si è visto a riguardo della prova interdisciplinare o "terza prova", in cui i ragazzi si trovano a rispondere ad una decina di quesiti riguardanti cinque materie. Tale prova, introdotta per adeguarci agli standard europei, di per sé è la più difficile: in due-tre ore uno studente deve dar prova sia di avere assimilato un sapere di ampio spettro, sia di sapersi esprimere su ogni tipo di conoscenza.
Anche i migliori mordono il freno e fanno spesso scivoloni. Consapevoli di questo i docenti tendono, per lo più, a bilanciare la difficoltà, attraverso una flessione del controllo, ove più ove meno, invalidando spesso l'oggettività della prova, fino a trasformarla, a detta di molti, in una farsa all'italiana. Terzo: con l'abolizione dei commissari esterni viene vanificato un importante "gioco dei ruoli", tipo quello che si svolge in tribunale fra avvocati difensori ed accusatori. I docenti interni rifuggono per istinto dall'assumersi il ruolo del "cattivo" e cedono all'andazzo. Non parliamo poi dei presidenti che, isolati di fronte ad una cinquantina di docenti sconosciuti, hanno, in pratica, scarso spazio di manovra. E' già da stimarli se si chiudono in presidenza, staccando la spina, anziché divenire essi stessi procuratori di facili promozioni. A chi giova questo esame? Ad un certo tipo di scuole private. A quelle che nel passato si sono distinte come veri e propri "diplomifici", a tutto svantaggio delle scuole private serie che, da una commissione esterna, potevano meglio ottenere il riconoscimento del lavoro svolto. Ancora una volta, in materia di scuola, che dovrebbe essere considerato l'investimento più strategico di un paese evoluto, si assiste a soluzioni di basso pragmatismo. Giustamente ha dichiarato uno studente, in un'intervista: "I miei professori hanno un'ottima opinione di me, quindi io sono materialmente avvantaggiato dalla riforma. Ma il mio orgoglio di studente è veramente calpestato. Il Ministero ha risparmiato una manciata di miliardi sui compensi dei professori, ma mi ha tolto la soddisfazione di sentirmi dire: - Sei un bravo studente!".
* Docente di Filosofia Liceo Scientifico "A. Einstein" di Teramo


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