Il caso tedesco: A bordo del Treno della Scienza per essere più forti in matematica
Dopo il flop del 2000 nei test Ocse-Pisa, la Germania ha lanciato una serie di programmi per il rilancio delle materie scientifiche. E ora i ragazzi tedeschi svettano in testa alle classifiche
Maria Serena Natale
Quando nel 2000 e nel 2003 i primi test di valutazione internazionale Ocse-Pisa disegnarono un quadro catastrofico della preparazione degli alunni tedeschi, la Germania mise sotto esame l’intero sistema scolastico, decisa a colmare le lacune emerse sia nelle materie umanistiche che in quelle tecnico-scientifiche. Fu un brusco risveglio per il Paese che aveva fatto dell’uguaglianza un pilastro del riassetto sociale seguito alla riunificazione tra Est e Ovest e che ora scopriva come l’istruzione non sapesse compensare le disparità economiche di partenza, accentuate dal contesto multiculturale delle nuove generazioni.
In particolare, per le competenze matematiche e scientifiche dei suoi quindicenni, la Germania era 20esima su 31 Paesi, con valutazione inferiore alla media Ocse. Le cause furono individuate in un tipo di formazione complessivamente poco orientata alla risoluzione di problemi, in un approccio che non lavorava sull’autostima (la mancanza di fiducia nelle proprie capacità, soprattutto per bambine e figli di immigrati, è associata alle scarse performance matematiche), nella rigidità e frammentazione di un percorso formativo che costringe gli alunni a scegliere, subito dopo le elementari, fra tre tipi di scuola: il Gymnasium, che punta a livelli di formazione molto elevati in vista degli studi universitari e al centro di una recente riforma che lo ha portato da nove a otto anni; la Realschule, livello intermedio nella prospettiva di un apprendistato economico; la Hauptschule, che offre una formazione generale in funzione di un tirocinio lavorativo. Capitolo a parte gli istituti professionali che avviano a specifiche carriere. Il tutto in un sistema amministrativo che affida la gestione del comparto scuola quasi interamente ai Länder, gli Stati federati. Da allora il governo centrale ha cercato un maggior coordinamento, uniformando i programmi e istituendo meccanismi di comparazione regionale, e ha adottato una strategia a 360 gradi che va dal potenziamento degli asili (sia per capacità di accoglienza che per contenuti didattici) all’allungamento dell’orario scolastico, dall’estensione delle iniziative per studenti in difficoltà all’aggiornamento degli insegnanti.
Molti licei (indirizzo Gymnasium) hanno introdotto specializzazioni per raggiungere livelli d’eccellenza nelle materie Mint – matematica, informatica, scienze naturali e tecnologia. Un processo non sempre sostenuto dai docenti, che ritengono sopravvalutati i test Ocse-Pisa sottolineando come, a differenza dei «rivali» asiatici, i ragazzi tedeschi abbiano acquisito dimestichezza con la formula a risposta multipla solo di recente. Ed è materia di dibattito un approccio che esaspera la competizione a danno della capacità complessiva di apprendimento. Parallelamente alle riforme scolastiche si sviluppavano progetti divulgativi per appassionare gli studenti, informarli sulle prospettive di inserimento professionale, spingerli a interrogarsi sui misteri dell’universo e le potenzialità della ricerca scientifica.
Ogni anno tra aprile e maggio la «Giornata delle ragazze» istituita nel 2001 apre le porte di laboratori, industrie e università per avvicinare le adolescenti a un ambiente lavorativo e accademico ancora percepito come monopolio maschile. Nel 2009 è partito Science Express, mostra itinerante su un treno che gira il Paese per diffondere il verbo scientifico e tecnologico. Salire a bordo significa imbattersi in macchine che riconoscono gli stati d’animo in base alle espressioni del viso, scoprire le teorie sulla nascita dell’universo o le novità nel campo delle energie rinnovabili, riflettere sulle sfide alimentari in un mondo dove cresce la popolazione ma diminuiscono le terre coltivate, fare esperimenti con cavi elettrici e mini computer. La semplicità del mezzo di trasporto fisico che collega centro e periferia funziona. Il ministero dell’Istruzione si è inventato un camion lungo 17 metri e alto 4, scrigno delle meraviglie che mette a disposizione del pubblico i risultati della ricerca nelle biotecnologie: il progetto BioTechnicum rientra nel piano nazionale «BioÖkonomie 2030», con il quale il governo promuove lo sviluppo di studi che prevedono applicazioni dall’industria alla diagnostica medica.
Risultati? Nei test Ocse-Pisa del 2012 sulle competenze matematiche la Germania è nella Top Ten dei 34 Paesi Ocse, tra sesto e decimo posto (scivolando tra 13esimo e 17esimo nella classifica a 65), con valutazione di 514 ovvero 20 punti sopra la media di 494. Ancora maggiore il recupero nelle scienze: valutazione di 524 contro 501 di media. Progressi che hanno visto la riduzione degli squilibri tra studenti di diversa estrazione sociale e il netto miglioramento dei ragazzi economicamente svantaggiati; resta ampio il gap di genere. Le prove sono state coordinate dal Centro per la valutazione internazionale degli studenti Zib, che riunisce ricercatori e docenti di Monaco, Lipsia, Francoforte. Molto teutonicamente, la squadra di esperti ha giudicato i risultati soddisfacenti, con una nota: «intensificare gli sforzi».