Il Campanile-"VOGLIAMO UNA SCUOLA PUBBLICA DI QUALITÀ"
"VOGLIAMO UNA SCUOLA PUBBLICA DI QUALITÀ" I manifestanti 'assediano' Roma. Guerra di cifre sulle adesioni. Cgil-Cisl-Uil: astensione al 70% di al.po. Il 36,26 per cento del personale scol...
"VOGLIAMO UNA SCUOLA PUBBLICA DI QUALITÀ"
I manifestanti 'assediano' Roma. Guerra di cifre sulle adesioni. Cgil-Cisl-Uil: astensione al 70%
di al.po.
Il 36,26 per cento del personale scolastico ha disertato le aule scolastiche, secondo il ministero. Il 70% stando ai sindacati. Ma dietro la solita guerra delle cifre ci sono gli oltre 100mila tra insegnanti, studenti e personale tecnico e amministrativo, che hanno scelto di scendere in piazza, a Roma, per dire 'no' alla riforma della scuola. Due diversi cortei, uno organizzato da Cgil-Cisl-Uil (per una parziale modifica), l'altro dal Cobas-Altrascuola-Unicobas (per una totale bocciatura), uniti per raggiungere lo stesso obiettivo: protestare sia contro i tagli di 14 mila docenti in esuberi sia per il mancato rinnovo dei contratti scaduti. Neanche la pioggia ha fermato la voglia di aderire allo sciopero e manifestare contro una riforma dell'ordinamento scolastico osteggiata fin dalla sua nascita. Un corteo ricco di colori, striscioni, bandiere e canti che unanime ha fischiato al passaggio davanti al ministero dell'Istruzione pubblica, situato in corso Vittorio Emanuele. Fischi contro "i mancati contratti e il piano di investimenti" per "una scuola pubblica di qualità". Il mondo della scuola si ferma, così, per un giorno. "I sindacati confederali hanno portato in piazza meno gente di noi - afferma il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi - nonostante siano più grandi e più ricchi. Questo vuol dire che il movimento è sulla nostra posizione, per l'abrogazione totale della riforma". Ma alla fine un gruppo sostanzioso appartenente al corteo dei confederali decide di prendere parte anche a quello dei Cobas. "Abbiamo voluto creare un'unione tra le due manifestazioni", spiegherà uno dei manifestanti. Del resto, come si è già detto, l'opinione è comune e i cartelloni apparsi durante il corteo riescono a sintetizzarlo bene: 'questa riforma distrugge la scuola, Confindustria vuole farsela da sola', 'scuola dei preti scuole private, signori ricchi ve le pagate'. E i dati diffusi dalla Camera di commercio di Milano parlano chiaro: le scuole private sono sempre di più, soprattutto in Lombardia e in Campania.