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Il Campanile-IL FALSO OBBLIGO DEI 18 ANNI FIRMATO MORATTI

/04/2005 IL FALSO OBBLIGO DEI 18 ANNI FIRMATO MORATTI I sindacati parlano di falso ideologico, di bugia colossale o di truffa massmediatica. Dietro l'enfasi data negli scorsi giorni dai m...

02/04/2005
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Il Campanile

/04/2005
IL FALSO OBBLIGO DEI 18 ANNI FIRMATO MORATTI
I sindacati parlano di falso ideologico, di bugia colossale o di truffa massmediatica. Dietro l'enfasi data negli scorsi giorni dai massmedia all'approvazione, in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, dei due decreti legislativi sul nuovo obbligo scolastico e formativo e sull'alternanza scuola-lavoro si nasconde infatti un vero e proprio equivoco, anzi un paradosso. La Moratti non solo non innalza ma abolisce l'obbligo scolastico, in nome di un ambiguo diritto-dovere al quale si può sempre rinunciare (valga per tutti l'esempio del diritto-dovere di voto). Al di là della grave violazione di un principio costituzionale, ciò di fatto relativizza l'impegno dello Stato nel garantire a sempre più ragazzi il diritto alla frequenza scolastica e va in controtendenza rispetto alle riforme della precedente legislatura (che portavano l'obbligo scolastico ai 16 anni e l'obbligo formativo ai 18 anni).
Anche il decreto sull'alternanza scuola-lavoro peggiora il percorso disegnato nelle riforme del Centro-Sinistra, e il vissuto esperienziale di molte scuole italiane. Esperienze eccessivamente prolungate di formazione al lavoro possono allontanare gli studenti quindicenni dalla formazione culturale ed educativa, aggravando ulteriormente il problema dell'abbandono scolastico. Si aggiunge che tale diritto-dovere si può assolvere anche nella formazione professionale regionale e nell'apprendistato e non sono ancora definiti i requisiti minimi cui le Regioni devono attenersi. Inoltre, fino ad oggi, quando si trattava di stage di apprendistato, c'era la tutela di un contratto. Si tratta di effetti tutti da verificare, forieri sicuramente di ulteriori ritardi rispetto all'Europa. Secondo la Cisl-Scuola "nel decreto sul "diritto-dovere", contrabbandato come innalzamento dell'obbligo scolastico - termine questo cassato dalla legge di riforma - troppo fragili appaiono gli strumenti che possano assicurare la effettiva esigibilità di un percorso di istruzione e formazione: insufficienti le risorse, discriminanti i percorsi, assenza di obiettivi precisi che possano abbattere l'alta percentuale della dispersione scolastica, con particolare riferimento al "gap" tra aree del nord e del sud Italia."
La Cgil-Scuola ricorda che non si intende affatto elevare l'obbligo scolastico, anzi "nel 2003, è stata abrogata una legge, approvata nella precedente legislatura, che innalzava l'obbligo scolastico al primo anno della scuola superiore riportandolo alla fine della terza media". Secondo la Uil "l'assolvimento di questo diritto-dovere nell'apprendistato e nell'addestramento professionale si prefigura senza la garanzia di una solida cultura di base almeno fino a 16 anni, compito che dovrebbe essere svolto dal nostro sistema scolastico, anche per dare garanzie di omogeneità sul piano nazionale". La Cisl Scuola conferma il giudizio negativo sui contenuti normativi di questi due decreti, aggiungendo che: "Non vi è nessun presupposto perché in tutte le scuole del territorio nazionale possa essere garantita a tutti i giovani tale esperienza formativa, essendo in presenza di una forte selezione degli accessi, dati i limiti delle risorse disponibili e programmate. Non vi è traccia di indicatori, criteri, regole per la corretta individuazione dei luoghi in cui l'esperienza dell'alternanza possa svolgersi positivamente. Mancano precise garanzie per una corretta identificazione del profilo e dei requisiti che le imprese, gli enti, le associazioni devono possedere per ospitare gli studenti e per far vivere loro un'esperienza significativamente formativa".

Pagina a cura di Daniela Silvestra
Responsabile Dipartimento Scuola Università Ricerca
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