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Il Campanile-50 mila per dire no alla Moratti

50MILA PER DIRE "NO" ALLA MORATTI Studenti, docenti e ricercatori in corteo a Roma. Tensione davanti a Montecitorio. Udeur: dissensi unanimi di Giuseppe Petrocelli "Il nostro tempo è qui e ...

26/10/2005
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Il Campanile

50MILA PER DIRE "NO" ALLA MORATTI
Studenti, docenti e ricercatori in corteo a Roma. Tensione davanti a Montecitorio. Udeur: dissensi unanimi
di Giuseppe Petrocelli
"Il nostro tempo è qui e comincia adesso". Dietro lo striscione dei ragazzi della "Sapienza" sfila per le vie della capitale il corteo degli studenti medi e universitari, dei ricercatori e dei docenti. Tutti uniti contro il decreto di riforma del secondo ciclo d'istruzione e il ddl sull'università al voto alla Camera. Una manifestazione colorata, chiassosa che invade il centro di Roma oltre 50mila i partecipanti secondo l'organizzazione - e che ha un unico bersaglio, il ministro Letizia Moratti. Tanti gli striscioni, ironici e irriverenti: "La cultura si rifiuta di guardare l'orrore Moratti", "Con la Moratti non scendiamo a patti", "Avvelenati e compatti contro la Moratti". Tuttavia il pacifico svolgimento della protesta è turbato da attimi di vera e propria tensione, quando alcuni studenti cercano di raggiungere la Camera. Le forze dell'ordine in assetto antisommossa li respingono, ma molti altri eludendo il blocco riescono comunque ad arrivarci. Lì c'è il sit-in dei lavoratori del mondo accademico. La cosa suscita l'irritazione dei deputati di An (in primis del capogruppo Ignazio La Russa). I manifestanti "devono andare via", affermano incuranti di creare con la loro stessa presenza ulteriore motivo di tensione. Mentre il grosso del corteo si dirige, così come prevede il percorso, verso piazza Navona per la conclusione dell'iniziativa, il clima si surriscalda dinanzi al Parlamento. Alcuni deputati dell'Unione si frappongono fra i manifestanti e le forze dell'ordine. E proprio il centrosinistra dopo poco chiede in aula la sospensione della discussione sulla legge incriminata. Malgrado ciò la Cdl non ne ferma l'iter. E in un clima di bagarre, cominciano le prime cariche della polizia sui manifestanti ormai sciamanti nelle vie laterali al Palazzo.
"La nostra è una testimonianza di presenza fortemente contraria al ddl Moratti", spiega Marco Merafina, coordinatore nazionale dei docenti e dei ricercatori. Due, a suo giudizio, i punti critici: il mancato riconoscimento del ruolo per i ricercatori e la mancanza di un progetto per i giovani, che "non potranno entrare nel mondo accademico se non dopo i 45 anni". In piazza anche i rettori, tra cui quello della "Sapienza" Renato Guarini: "Ci troveremo di fronte a un baratro finanziario". Toni entusiastici da parte del leader Cgil Scuola Enrico Panini: per il sindacalista si tratta di "una giornata straordinaria per la presenza in piazza di decine di migliaia di giovani e per l'iniziativa dei professori e del personale universitario davanti al Parlamento". Insomma, conclude, "è proprio ora che la Moratti vada a casa". Al contrario, la Cdl non si fa impressionare dalla prova di forza. Il premier Silvio Berlusconi dichiara che si andrà avanti poiché la riforma degli atenei è "un provvedimento più che opportuno". Del resto, il Cavaliere non ha dubbi: "Governo e maggioranza hanno lavorato davvero bene". Evidentemente diverso il parere dell'opposizione. Dice il diessino Andrea Ranieri: il ddl all'esame della Camera "non affronta nessuno dei grandi problemi dell'Università italiana", ovvero sia "la valutazione, il rafforzamento dell'autonomia, il ringiovanimento dell'intero sistema e le risorse necessarie". E il risultato "tangibile" secondo l'udeurrino Pino Pisicchio "è il consenso unanime all'azione di protesta indetta da tutte le figure professionali dell'Università". Il motivo è presto spiegato. L'effetto della riforma infatti "è la precarizzazione della docenza universitaria, che assume aspetti allarmanti per i ricercatori". Vale a dire che "i ricercatori diventano dei co.co.co titolari di contratti di collaborazione precaria". Insomma, quella della Moratti "è una riforma che non piace proprio a nessuno" osserva il leader Prc Fausto Bertinotti. E che "non riforma niente", chiosa Daniela Silvestri responsabile scuola del Campanile, poiché "manca nei provvedimenti di governo un disegno strategico che promuova i bisogni del Paese, i giovani ricercatori, le eccellenze della docenza".


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