I tanti no della Cgil al prossimo governo
Tra le proposte, ciclo unico infanzia-medie
Sandra Cardi
No alla quantificazione delle ore di alternanza. No ai licei brevi. No alla valutazione. E invece ciclo unico per elementari e medie, più peso a merito ma anche anzianità, obbligo fino a 18 anni. La Flc-Cgil, nell'assemblea nazionale che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma, ha stilato la piattaforma in base alla quale interloquire con il governo che verrà. Che sia a trazione leghista o grillina, come ormai pare probabile visto l'esito delle elezioni dei presidenti di camera e senato. Fra le parole d'ordine, revisione dell'attuale modello di alternanza scuola-lavoro, con l'eliminazione di un monte ore obbligatorio da soddisfare pena l'esclusione dalla maturità. Per il segretario della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, la scuola «non deve educare il capitale umano, non è un luogo di addestramento al lavoro così com'è, non può sottrarsi alla missione di costruire esperienze di apprendimento per la vita e per la libera intelligenza degli studenti, e deve impegnarsi a superare le diseguaglianze e non a moltiplicarle, come invece accade innanzitutto tra Sud e Nord». Bocciata poi «la scelta della sperimentazione quadriennale. Piuttosto bisogna ripensare a un percorso unitario di una scuola del primo ciclo. Il primo ciclo, attraverso una sperimentazione affidata per almeno cinque anni alle autonomie scolastiche, dovrebbe sforzarsi di individuare gli snodi di continuità ancora oggi non risolti fra primaria e medie e fra medie e superiori, e perché no, fra istruzione secondaria e terziaria».
Tra i tanti nodi, la valorizzazione degli insegnanti, su cui dovrà essere aperta una specifica sessione contrattuale così come prevede il contratto 2016/2018: sì al mantenimento dei gradoni per anzianità di servizio, ma spazio anche al riconoscimento dell'impegno personale. No, invece, al sistema dei bonus della Buona scuola. O di quello che resta delle riforma di Matteo Renzi.