I ritardi nelle nomine. Ogni anno servono 50mila supplenti
Anche quest'anno, al 31 agosto, ci sono circa 50mila supplenti in attesa di conoscere il proprio destino. Il ritardo nelle nomine è uno dei problemi cronici della scuola italiana
Anche quest'anno, al 31 agosto, ci sono circa 50mila supplenti in attesa di conoscere il proprio destino. Il ritardo nelle nomine è uno dei problemi cronici della scuola italiana. L'organico di diritto dei docenti per il prossimo anno scolastico, secondo i dati della Flc Cgil, è di 600.839 persone, a cui vanno aggiunti 63.348 insegnanti di sostegno, per un totale di 664.187 docenti. Ma di fatto la scuola ha 625.878 docenti, cui vanno aggiunti 90.469 di sostegno, per un totale di oltre 716mila insegnanti. In pratica, significa che poiché non è stata realizzata la stabilizzazione dell'organico, ogni anno a settembre i dirigenti scolastici devono chiamare 50mila supplenti, tra cui 30mila insegnanti di sostegno, per sopperire ai vuoti nelle classi. Il primo passo è chiamare dalle graduatorie a esaurimento, dopodiché, nel caso di mancate disponibilità sufficienti, si passa al personale precario delle graduatorie d'istituto. Vanno a rilento anche le nomine dei 21mila nuovi docenti immessi in ruolo quest'anno. «Stiamo pagando errori del passato — replica il sottosegretario all'Istruzione Elena Ugolini —. Dall'anno prossimo ci sarà un'agenda digitale che ci permetterà di assegnare in tempo le supplenze annuali. E stiamo lavorando perché gli insegnanti immessi in ruolo possano rimanere nella stessa sede almeno per tre anni». Per i docenti c'è anche un problema di motivazioni: percepiscono «una delle retribuzioni più basse d'Europa», fa notare Massimo Di Menna (Uil scuola): 1.372,77 euro netti all'inizio, 1.639,40 dopo 15 anni di servizio, 1.925 euro al massimo della loro vita professionale, per una retribuzione media annua di circa 42mila euro lordi per la scuola primaria e 46mila per quella secondaria, di fronte a una media Ocse di 48mila e 51mila.