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I prof e le «assunzioni dirette» Polemiche sul piano lombardo

Profumo: da verificare. Critici sindacati e Pd. La Lega esulta

16/02/2012
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Corriere della sera

MILANO — Prima l'annuncio della Regione Lombardia: da settembre reclutamento dei docenti con bandi locali e chiamata diretta dei presidi. Poi una parziale retromarcia del governatore Roberto Formigoni. Nel testo definitivo della legge Sviluppo approvata venerdì scorso si parla di una «sperimentazione d'intesa con il governo». E quindi l'attesa di un'apertura o di una bocciatura, con i sindacati sul piede di guerra che bollano la proposta lombarda come «incostituzionale». Lunedì scorso l'occasione di un primo chiarimento, la visita milanese del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo che incontra Formigoni a Palazzo Lombardia. «La proposta della nostra giunta — spiegherà il governatore — è che il quadro di questi bandi sia stabilito da un'intesa tra la Regione e lo Stato». Dopo la correzione proposta approvata? «Ci sarà subito un tavolo tecnico — risponde il ministro ai giornalisti —. Con incontri a partire dalla prossima settimana. Le sperimentazioni vanno osservate». Queste parole di Profumo sono un'apertura, per alcuni. «Il ministro ha accettato il confronto sul reclutamento diretto. Passo fondamentale in direzione del federalismo differenziato», è l'interpretazione di Formigoni. La Lega va anche oltre, con la Padania pronta a titolare «Insegnanti lombardi nella scuola lombarda». Ed è subito polemica. Ma una risposta ufficiale e più esaustiva è arrivata dal ministro soltanto ieri, durante il Question time alla Camera.
«Nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni avvieremo un'analisi tecnica per vedere se fare una sperimentazione con due o tre regioni. Nell'ambito dell'attuazione del Titolo V della Costituzione valuteremo anche le questioni relative al reclutamento, ma la chiamata diretta è solo uno dei profili», sono le parole di Profumo. E ancora: «Saranno ricercate soluzioni condivise, ivi inclusa la possibilità di avviare progetti sperimentali sul reclutamento, se del caso con forme innovative, ferma restando la competenza esclusiva dello Stato a dettare la disciplina della materia».
Resta aperto il dibattito, non nuovo, sul tema del reclutamento diretto, con i presidi-dirigenti della scuola dell'autonomia che potrebbero arrivare a scegliersi gli insegnanti, come nelle scuole non statali. La sperimentazione proposta in Lombardia è su contratti annuali, si parla di concorsi differenziati per ciclo di studi con il docente che dovrebbe conoscere e condividere il progetto educativo della scuola che «assume».
Tra i primi a bocciare l'iniziativa l'ex ministro dell'Istruzione e deputato Pd Giuseppe Fioroni: «La scuola pubblica è italiana e non lombarda o di un'altra regione. Mi auguro che il ministro Profumo, prima di applicarsi in fughe in avanti, voglia impegnarsi su scatti di anzianità dei docenti, pensione, reclutamento, tirocinio formativo attivo». Come dire che le priorità sono altre. E per Fioroni «uno stato di confusione generale è utile a qualche regione per finalità politiche ma non per dare sicurezze alla scuola italiana».
I sindacati parlano di «gravissima prevaricazione delle norme costituzionali», con il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo che commenta: «Avremmo auspicato che il ministro, responsabilmente, invece di dichiarare disponibilità ad aprire tavoli con singole regioni su questo tema, chiedesse alla Regione Lombardia il rispetto delle leggi nazionali e della Costituzione». «In questo momento le priorità sono altre», anche secondo la Cisl.
Mentre l'Agesc (genitori delle scuole cattoliche) sottolinea che «le scuole paritarie, dove presidi e insegnanti vengono assunti direttamente e liberamente, costituiscono un esempio positivo in questo senso».
Federica Cavadini
 


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