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I presidi: Non serve a nulla fare ora una mega assemblea

i sindacati: Bene che tutto si fermi ma non i nuovi posti

17/06/2015
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La Stampa

La scuola ha fermato Renzi. Una resa o una minaccia? Da quando era entrato a palazzo Chigi mai aveva pronunciato toni così ultimativi. Ma, forse, l’ultimo a rendersi conto che stavolta non si poteva andare avanti è stato proprio lui, il presidente del Consiglio. Gli altri, gli addetti ai lavori, se l’aspettavano. I più arrabbiati sono i presidi. Giorgio Rembado, presidente delll’Associazione Nazionale Presidi è perplesso di fronte all’idea di una nuova consultazione: «Il processo di cambiamento era partito con una mega-consultazione. Secondo il ministero avevano partecipato 1milione e 800mila persone, su quella base il governo sosteneva di aver elaborato il testo di riforma. Poi c’era stato l’approdo alla Camera, le modifiche, il passaggio al Senato. Avremmo dovuto essere in dirittura d’arrivo e invece ci troviamo di fronte ad una nuova megaconsultazione. Il minimo che si possa dire è che si tratta di un metodo inconcludente». Sulla consultazione anche la Cisl scuola ha qualche perplessità. Francesco Scrima, segretario generale: «Il premier non pensi di potersela cavare con un passaggio sbrigativo e “mediatico”, che renderebbe ancora più lacerato un rapporto già fortemente compromesso col mondo della scuola». E, comunque, il giudizio dei sindacati sarà collettivo, come è avvenuto finora: «Valuteremo unitariamente i contenuti della proposta del governo e lemodalità con cui il confronto verrà attuato». Carmelo Barbagallo, leader della Uil: «Renzi ha detto di aver parlato con il popolo della scuola ma, vista la reazione degli interessati, non deve averli ascoltati molto bene. Ora propone soluzioni sull’onda dell’assemblearismo. Ma quando arriva il tempo di una discussione seria con chi di scuola davvero se ne intende?». Nulla di nuovo, comunque, secondo il sindacato - prosegue Barbagallo«l’aveva previsto: con un ddl non sarebbe stato possibile concretizzare le assunzioni dei precari. E, infatti, avevamo chiesto un decreto che, volendo, ancora si potrebbe fare. Guarda caso, però, solo in questa circostanza si è voluto senazionaleguire un percorso legislativo più “democratico”». Lo stralcio delle assunzioni è la richiesta di tutti, dalle opposizioni politiche ai rappresentanti dei lavoratori. Rino Di Meglio, portavoce della Gilda Insegnanti: «Non capisco perché non si debbano assumere i precari ma sono contento che la riforma slitti.Mi auguro che si utilizzi questo lasso di tempo per fare qualcosa di serio e non qualche pagliacciata. Ma temo che fare una mega-assemblea mettendo tutti insieme, genitori, studenti, professori, sindacati e politici, non sia qualcosa di serio». Stralcio delle assunzioni e un piano pluriennale per chi resta fuori è la formula proposta dalla Flc-Cgil. «Il Presidente del Consiglio ha preso atto che il disegno di legge sulla scuola è pessimo e per questa ragione ha provocato una forte opposizione di docenti, Ata, dirigenti scolastici, studenti e famiglie. Si faccia un decreto perle 100 mila assunzioni, si preveda un piano pluriennale di immissioni in ruolo. Su un progetto di cambiamento della scuola pubblica bisogna aprire un reale confronto con chi nella scuola vive e lavora. Se invece intende scaricare le responsabilità delle mancate assunzioni sul parlamento e su chi ha contrastato il disegno di legge sulla brutta scuola sappia che non siamo d’accordo». Gli studenti annunciano che la loro protesta andrà avanti. Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti: «Siamo di fronte all’ennesimo ricatto di un Governo che evidentemente è stato messo seriamente in difficoltà da chi si è opposto al ddl Renzi nelle piazze e nelle scuole. Chiediamo il ritiro del ddl che fa acqua da tutte le parti». L’Uds annuncia, quindi, che oggi sarà al presidio al Pantheon organizzato dai docenti in mobilitazione e nelle prossime settimane proseguirà la lotta contro il ddl.


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