I precari dell'Università e la lotta impari con la burocrazia
mi chiedo se sia possibile che tutti i pagamenti di una facoltà possano essere bloccati per oltre sei mesi per l'incapacità di implementare un documento della complessità di un registro digitale
sono un docente universitario a contratto, uno di quei precari dell'università di cui tutti parlano ormai da anni. E da undici anni lavoro presso l'Università Milano-Bicocca, uno dei «fiori all'occhiello» del sistema formativo lombardo. Per arrotondare i miei introiti, spesso saltuari e incerti, partecipo ai bandi per l'assegnazione di alcune docenze pagate all'interno della Facoltà. A novembre 2011 ho concluso un ciclo di lezioni di laboratorio, propedeutiche ad uno dei corsi per gli studenti del primo anno. L'importo complessivo che mi sarebbe dovuto per questo laboratorio si aggira attorno a tremila euro. Alla data odierna non posso fatturare all'Università. Il motivo è questo: dalla seconda metà del 2011 la struttura sta faticosamente tentando di digitalizzare le pratiche di gestione della didattica. Il che vuol dire abolire i registri tradizionali e la registrazione dei voti su supporto cartaceo, in favore dei cosiddetti registri digitali. Siccome la possibilità di fatturare all'Università da parte di un docente a contratto è subordinata alla compilazione del registro delle attività didattiche, che certifica l'avvenuta erogazione delle lezioni, niente registro, niente pagamenti. Dal mese di settembre 2011 tutta la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, presso la quale lavoro, è stata avvisata che era in atto la transizione verso il sistema digitale e che, entro la prima metà di gennaio, i registri digitali sarebbero stati pubblicati sulle pagine personali dei docenti, in modo da poter essere compilati e inviati al Rettorato. Al momento, nulla di ciò è avvenuto. Dietro mie ripetute richieste di spiegazioni, l'Amministrazione ha accampato scuse risibili. Di rinvio in rinvio, siamo arrivati ad aprile. E dei registri digitali ancora non c'è traccia. Ora, io mi chiedo se sia possibile che tutti i pagamenti di una facoltà possano essere bloccati per oltre sei mesi per l'incapacità di implementare un documento della complessità di un registro digitale. Mi chiedo anche se è questa l'Università che si candida a competere in Europa e con le eccellenze dei Paesi emergenti. Ma soprattutto mi chiedo che fine hanno fatto i miei soldi e come posso pagare le bollette del gas e l'IMU.
Simone Masin
Sarà magari questa una delle ragione per le quali negli elenchi delle migliori università del mondo, regolarmente compilati di anno in anno, nessuna delle nostre, pur con larga fama in patria, riesce mai una volta ad affacciarsi - nella migliore delle ipotesi - al di qua di una misera centocinquantesima posizione?