I licei verso altri sette giorni di stop Scuola in rivolta: "Dateci certezze"
Probabile una nuova proroga della didattica a distanza. La protesta "Regole chiare e subito il vaccino". Ma Arcuri "Decida il Parlamento"
Corrado Zunino
ROMA — La scuola è esplosa. I docenti polemizzano con nome e cognome, incuranti delle possibili conseguenze disciplinari. Gli istituti, licei blasonati compresi, firmano lettere di fuoco contro il ministero. Presidi in lacrime non sanno più come e quando ricomporre un orario, una settimana, un metodo di lavoro. Già, se la tregua della mezzanotte e mezza, martedì 5 appena iniziato, aveva lasciato sul territorio otto Regioni contrarie a partire con le scuole superiori il 7 gennaio e pure l’11, ora la situazione si è balcanizzata.
La Lombardia ieri pomeriggio ha emesso un’ordinanza con la quale licei, tecnici e professionali resteranno in Didattica a distanza fino al 24 gennaio. Lo ha suggerito il Comitato tecnico scientifico lombardo. La Sicilia, pronta a passare in rosso da oggi e per tre settimane, al termine di una lunga riunione in Regione ha visto gli esperti chiedere agli assessori all’Istruzione e alla Sanità di chiudere le superiori fino alla fine del mese, allineandosi alle scelte già fatte da Veneto, Friuli e Marche. «La fascia arancione non proteggerebbe abbastanza gli abitanti», hanno spiegato i tecnici, «e con le scuole chiuse non c’è obbligo di correre con le vaccinazioni ai docenti». La variazione siciliana del rinvio consiste nel lasciare ai sindaci la valutazione finale. Diversi comuni dell’isola sono già "in rosso" e ieri hanno chiuso gli istituti, per oggi e per domani, sia il sindaco di Palermo che quello di Catania, le due città più importanti.
Poi c’è il Lazio, il cui presidente è anche segretario del Pd, la forza di maggioranza più prudente sulle riaperture. «I dati vanno male», dice Nicola Zingaretti ai suoi, e si prepara ad allungare di una settimana le lezioni a casa per l’ultimo ciclo. Anche Giovani Toti, in Liguria, si prende due giorni per decidere e nonostante un probabile "giallo" per il suo Abruzzo il presidente Marco Marsilio dice: «Se ci sarà un rinvio generale sono pronto ad allinearmi ». Ecco, dopo il report dell’Istituto superiore di sanità che dovrebbe certificare il peggioramento epidemiologico di metà Paese, nel weekend il governo potrebbe accordare un’altra settimana di Didattica a distanza per tutte le superiori, con il ritorno a scuola per lunedì 18.
Nel giorno, ieri, in cui quasi cinque milioni di studenti sono tornati in classe in sedici regioni (dall’infanzia alle medie), è esplosa la protesta di piazza. Degli studenti, dei loro genitori, del comitato Priorità alla scuola. Chiedono tutti tamponi a raffica, soprattutto vaccinazioni in fretta. Su questo il Piano Arcuri prevede che i lavoratori della scuola possano essere vaccinati solo ad anno scolastico chiuso. E la questione di un anticipo, per ora, non è all’ordine del giorno. A domanda, il commissario ha risposto: «Il Parlamento ha voluto un piano per categorie, se vorrà potrà modificarlo».