I licei della classe dirigente si ribellano a un'Italia senza scuola
A Milano undici tra classici e linguistici hanno occupato a gennaio. Ora tocca a Roma, al Visconti, al Mamiani, istituti che hanno formato politici e intellettuali. E la protesta si allarga
Corrado Zunino
A Roma occupano i licei, e anche a Milano a gennaio era stato così. Il Visconti, qui. Il Parini, su. Si dice licei bene. Di certo hanno formato la classe dirigente nazionale. Su cinque istituti presi nella capitale, cinque sono licei. Undici su undici nella capitale produttiva: il Parini, un classico, per una notte. L'artisitco Boccioni fino al 23 gennaio, l'ultimo a lasciare. All'Ennio Quirino del Collegio romano, dove si sono formati Giulio Andreotti e Giovanni Pacelli, il futuro Papa Pio XII, l'attuale presidente di Generali Gabriele Galateri di Genola, il regista Carlo Lizzani, gli studenti non fermavano le lezioni dal 2011, poi bisogna risalire indietro nel tempo per trovare i ragazzi della buona borghesia romana mettere di traverso i banchi, puntellarli contro il portone.
Questa volta non è stato così: in regime di pandemia permanente, e pericolosamente in risalita con le varianti del virus proprio all'interno delle scuole del Paese, non ci si può assembrare, non si può fare barricata. Si sistemano, oggi, al Parini e al Visconti, le seggiole negli atrii larghi e luminosi di questi palazzi antichi diventati scuole, e ci siede mascherati. Si organizza distanziati la settimana di occupazione: l'incontro con il giornalista che si conosce, il professore di Economia che si conosce, il deputato che si conosce. Argomenti: i tagli alla scuola per un Paese che non cresce, le quote rosa in una politica patriarcale.
"Contro la scuola dei padroni 10, 100, 1000 occupazioni", cantano mentre escono dopo aver ripulito i bagni. Non ci sono danni registrati, a questo giro. E i genitori fuori ad applaudirli. Tra i padri del Liceo Kant di Roma c'era Luca Mascini, il Militant A degli Assalti frontali: "Sto ascoltando l'istinto darmi il ritmo...".
Altri licei stanno discutendo: "Occupiamo o no?". Lo fanno con il professore di Filosofia, con i fratelli: "Che dobbiamo fare per poter studiare sul serio?". L'ondata delle occupazioni veloci prima del governo Draghi si allarga.