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I futuri presidi? A prova di quizzone

Un’ora e quaranta per giocarsi anni di preparazione od anche constatare che l’unica possibilità sarà la classica «botta di culo», come ogni test che si rispetti prevede

06/08/2011
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l'Unità

Fabio Luppino

La futura classe dirigente della scuola sarà selezionata in base ad un quizzone. Il concorso per presidi ha come presupposto d’ingresso il superamento di un test di 100 domande articolato in quesiti a risposta multipla e da svolgere in 100 minuti. Un’ora e quaranta per giocarsi anni di preparazione od anche constatare che l’unica possibilità sarà la classica «botta di culo», come ogni test che si rispetti prevede (che a volte però si chiama raccomandazione). La prova è superata con un punteggio minimo di 80/100. Una risposta mancata o errata non implica decurtazione di punteggio: teoricamente 80 risposte giuste basterebbero.

Si prevede che a fare la domanda per dirigente scolastico siano oltre centomila-centoventimila aventi i requisiti. Tra settembre e ottobre avverrà la scrematura. A loro qualche tempo prima del quizzone verrà fornita una griglia di cinquemila quesiti entro i quali ci saranno anche i fatidici cento. Le materie dei quiz sono otto.

1) Unione europea, le sue politiche e i suoi programmi in materia di istruzione e formazione, i sistemi formativi e gli ordinamenti degli studi in Italia e nei paesi dell’Ue, con particolare riferimento al rapporto tra le autonomie scolastiche e quelle territoriali e ai processi di riforma ordinamentali in atto;

2) Gestione dell’istruzione scolastica, predisposizione e gestione del piano dell’offerta formativa nel quadro dell’autonomia delle istituzioni scolastiche e in rapporto alle esigenze formative del territorio;

3) Area giuridico-amministrativo-finanziaria, con particolare riferimento alla gestione integrata del piano dell’offerta formativa e del programma annuale;

4) Area socio-psicopedagogica, con particolare riferimento ai processi di apprendimento, alla valutazione dell’apprendimento e dell’istituzione scolastica, alla motivazione, alle difficoltà di apprendimento, all’uso dei nuovi linguaggi multimediali nell’insegnamento e alla valutazione del servizio offerto dalle istituzioni scolastiche;

5) Area organizzativa, relazionale e comunicativa, con particolare riguardo alla integrazione interculturale e alle varie modalità di comunicazione istituzionale;

6) Modalità di conduzione delle organizzazioni complesse e gestione dell’istituzione scolastica, con particolarfe riferimento alle strategie di direzione;

7) Uso a livello avanzato delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse;

8) Conoscenza di una tra le seguenti lingue straniere a livello B1 del quadro comune europeo di riferimento: francese, inglese, tedesco, spagnolo. Insomma, brevi cenni sull’universo diluiti in cento domande: un terno al lotto.

Il Miur vigili sull’affidabilità e la trasparenza delle commissioni. Dopo, solo dopo, ci sarà il concorso con due prove scritte e una orale. Che siano i migliori a sostenerlo per i 2.386 posti disponibili è altamente discutibile


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