'Gruppo di Firenze': Carrozza delegittima i prof
con una lettera aperta nella quale rimprovera al titolare di viale Trastevere di essersi rivolta "per la seconda volta in pochi mesi (...) a una platea di studenti in modo tale da delegittimare gli insegnanti ai loro occhi
'Il 'Gruppo di Firenze', noto per i suoi appelli alla serietà degli studi e a non copiare, ha immediatamente reagito all'invito rivolto dal ministro Carrozza ai prof (ma fatto di fronte a una platea di studenti) con una lettera aperta nella quale rimprovera al titolare di viale Trastevere di essersi rivolta "per la seconda volta in pochi mesi (...) a una platea di studenti in modo tale da delegittimare gli insegnanti ai loro occhi. A settembre li invitò addirittura a ribellarsi 'ai genitori, ai prof, alla scuola'; ieri a chiedere ai professori di dare meno compiti per le vacanze; e naturalmente ha riscosso in ambedue i casi un’ovazione".
Il gruppo fiorentino chiede polemicamente alla pisana Carrozza (chissà se ci sono echi di storiche controversie regionali...) se "quanto ai compiti, è proprio sicura di conoscere meglio di chi ci lavora le esigenze di ogni singola classe e di ogni singolo allievo" e se non sia invece "corretto lasciar decidere ai docenti 'in scienza e coscienza' se dare pochi, molti o nessun compito e se debba trattarsi di leggere un libro, di scrivere un testo o di ripassare un argomento".
Con simili messaggi, prosegue la lettera, "Lei, il Ministro dell’Istruzione, si pone come difensore dei ragazzi nei confronti di una scuola che ai suoi occhi sarebbe oppressiva; e così incoraggia in loro atteggiamenti di contrapposizione e di sfiducia verso i docenti, invece di invitarli alla serietà dell’impegno", cavallo di battaglia del Gruppo di Firenze fin dalla sua nascita.
Ben diverse, sottolinea il Gruppo, sono state le parole rivolte dal presidente Obama agli studenti nel 2009: “Possiamo avere gli insegnanti più appassionati, i genitori più attenti e le scuole migliori del mondo: nulla basta se voi non tenete fede alle vostre responsabilità. Andando in queste scuole ogni giorno, prestando attenzione a questi maestri, dando ascolto ai genitori, ai nonni e agli altri adulti, lavorando sodo, condizione necessaria per riuscire”.
Conclusione 'obamiana': "La scuola ha estremo bisogno di un governo che le assicuri non solo le necessarie risorse, ma anche il sostegno morale di chi è consapevole dell’importanza e della difficoltà del suo compito".