Governo e Comuni, alta tensione sul piano dei centri estivi per i bambini
Il ministro Bianchi ha ottenuto 150 milioni per le attività educative dell’estate, ma i Comuni non hanno soldi per i centri estivi. Il tentativo di mediazione dell’Anci e di Bonetti. Decaro: collaboriamo
Gianna Fregfonara
C’è uno scontro per ora sotterraneo nel governo e riguarda i piani per l’estate dei bambini e degli studenti. Per ora ci sono a disposizione 150 milioni nel decreto Sostegni per organizzare attività di recupero ed educative che possono essere usate dalle scuole e nelle scuole. Sono fondi che ha ottenuto il ministro Patrizio Bianchi come «lascito» della promessa di allungare l’anno scolastico per recuperare il tempo passato in Dad. Poiché l’allungamento delle lezioni non si può fare, Bianchi ha promesso che entro la fine del mese annuncerà un piano con recuperi (per giugno), attività educative (luglio e agosto) e attività di accoglienza (a settembre) in vista del nuovo anno scolastico. «Un ponte», lo ha definito, per passare dall’emergenza al ritorno alla normalità in classe. Il decreto Sostegni lo obbliga a presentare il piano per usufruire dei fondi con un decreto ministeriale entro 15 giorni dall’entrata in vigore, cioè entro la fine della settimana prossima.
Il piano
Ma sul piede di guerra c’è già la ministra per la famiglia Elena Bonetti, che lo scorso anno era riuscita ad ottenere 135 milioni per i centri estivi che erano poi stati organizzati dai Comuni: 6252 Comuni avevano usato i fondi per bandi con associazioni, palestre, centri sportivi che hanno offerto attività gratuiti per bambini e ragazzi. Quest’anno però i fondi sono andati al ministero dell’Istruzione. Un cambiamento che ha allarmato gli stessi Comuni che l’altro ieri hanno incontrato Elena Bonetti e hanno chiesto che si possano trovare fondi anche per le attività estive ludiche per gli studenti. «La misura innovativa creata dal ministro Bonetti lo scorso anno - spiega il capogruppo di Iv in commissione cultura alla Camera Gabriele Toccafondi - è stata fondamentale per aiutare le famiglie e i bambini dopo tre mesi di lockdown totale. I 150 milioni destinati alle scuole così come sono previsti oggi non possono essere destinati a questo scopo, ma dobbiamo proseguire un’esperienza assolutamente positiva e utile come quella dei centri estivi».
«Collaboriamo»
Dal ministero dell’Istruzione spiegano che gli enti locali sono già coinvolti nella discussione sulla pianificazione, e infatti c’è stato anche un incontro tecnico prima di Pasqua. Ma l’Anci, che raccoglie i Comuni italiani, vorrebbe non rinunciare ai fondi e l’organizzazione dei centri estivi: «Siamo contenti che il ministro per l’Istruzione si sia adoperato per le attività che i ragazzi potranno svolgere nelle scuole nel periodo estivo. - spiega il presidente Antonio Decaro, sindaco di Bari.- E siamo contenti che ci abbia coinvolto. Vorremmo però che queste attività fossero programmate in modo collaborativo e sinergico con quella dei centri estivi che i Comuni e il ministero della Famiglia stanno pianificando. Una iniziativa che nel 2020 è stata un successo di tempismo e di organizzazione. E che ora possiamo rinnovare, a patto ci siano fondi sufficienti». Il timore è quello che anziché in collaborazione, ci si muovesse per pianificate attività parallele: da una parte degli uffici scolastici regionali e dall’altra dei Comuni con associazioni, parrocchie, ludoteche e centri sportivi».
L’emendamento
L’ipotesi di modificare il decreto e far rientrare nel piano anche i tradizionali centri estivi (che lo scorso anno sono stati gratuiti o quasi) è tutt’altro che facile: intanto perché un emendamento parlamentare al decreto deve indicare dove si trovano i finanziamenti e il ministero della Famiglia ha poste molto lontane da quelle richieste dai Comuni che si aggirano sui 190 milioni. E poi perché è vero che si rischia, se non si mette un po’ d’ordine, di fare dei doppioni: anche lo scorso anno i Comuni hanno spesso usato le scuole come sede dei centri estivi.