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Gli studenti tornano in piazza «Carta bianca sul nostro futuro»

Striscioni e cartelli per scrivere la contro-riforma Gelmini per scuola e università. Si continua on line per tutta la settimana fino ai cortei di venerdì e sabato prossimi

02/10/2011
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l'Unità

GIOIA SALVATORI ROMA
La protesta della carta bianca: nessuno gliela dà, ma loro non si arrendono. Così ieri gli studenti di scuole superiori e università si sono concessi centinaia di metri quadri di striscioni bianchi e sotto gli occhi di tutti li hanno stesi in venti piazze di altrettante città italiane per scriverci sopra la loro contro-riforma scolastica e universitaria. Hanno srotolato la carta candida in piazza del Pantheon a Roma, in piazza Dante a Napoli, in viale Garibaldi a Trento, in piazza dell'Università a Catania, tanto per citare alcune delle città dove, oltre a Firenze, Ancona, Perugia, gli studenti hanno protestato. Ogni città un problema peculiare, ogni città un problema comune: quello dei tagli che decimano borse di studio e ore di lezione, o che ostacolano un'edilizia scolastica più a misura di studio, tanto per citare alcuni dei problemi più sentiti. «La scuola e l'università che vogliamo», è il titolo della protesta di ieri di Udu (unione degli universitari) e Rete degli studenti medi. Hanno scaldato i motori in vista dei cortei in del? ottobre in 50 città italiane e della manifestazione della Cgil di sabato prossimo a Roma. In ogni città una piazza pavimentata di carta bianca e desideri. A Roma sullo striscione c'è un cuore che sostituisce le ultime tre lettere dello slogan «La scuola e l'università che vogliamo»: una settantenne si ferma e ci scrive dentro «tutto». Poi passa un bimbo di sette anni e nel cuore ci scrive «futuro». Si fermano anche i turisti, uno spagnolo scrive «democracia real», uno degli slogan degli indignados. Non sanno ancora, però, Udu e Rete degli studenti medi, se parteciperanno alla manifestazione internazionale degli indignati del 15 ottobre: «prima vogliamo capire quali proteste di piazza si faranno», spiega Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Udu. Orezzi è anche nel consiglio nazionale studenti universitari (Cnsu), uno dei motivi per cui è in piazza del Pantheon è che Mariastella Gelmini non coinvolge il consiglio sui decreti attuativi della riforma: «L'ultima volta che noi abbiamo incontrato il ministro era marzo e in quell'occasione non abbiamo neppure potuto far domande... », lamenta. A Trento, sul grande foglio bianco disteso in viale Garibaldi, anche il preside di scienze scrive la sua. Poi arriva una mamma che prende il pugno del figlio piccolo e scrivono «Scuola pubblica anche per me». In strada c'è anche Greta Chinellato, universitaria, ricorda la più sentita battaglia: quella contro la legge della provincia di Trento che permette a un solo studente di essere nella commissione per la riforma dello statuto e, per di più, senza diritto di voto. A Catania in piazza ci sono gli studenti medi che ricordano il dramma dell'edilizia scolastica; ci sono anche quelli del classico Spedalieri, dove l'anno scorso crollò una finestra. E poi ci sono gli universitari senza borsa di studio, che a Catania sono il 25 % di quelli che ne avrebbero diritto. Come si mantengono se la famiglia è indigente? «Fanno i camerieri a nero», spiega Fabio Tassinato, studente, «Catania è famosa per gli studenti camerieri a nero... è un fenomeno diffuso». Intanto qualcuno scrive «Gelmini siamo tutti fuori dal tunnel» e «L'università agli studenti, non ai potenti», sulla striscia di cento metri per uno che si srotola dalla porta del rettorato. Anche a Firenze, in piazza Ghiberti, qualcuno sfotte la Gelmini «Divieto di sorpasso in galleria per i neutrini». A Napoli gli studenti hanno protestato dalle 10 alle 13. Cartellone sei per sei con su le nuvole dei fumetti. A riempirle con i propri desiderata si sono fermati anche molti anziani, uno di loro ha scritto «No escort». Qui tra i problemi più sentiti da studenti delle superiori e universitari ci sono quelli logistici: barriere architettoniche soprattutto in centro storico, facoltà sparpagliate su più sedi. È il caso di tutte e 13 le facoltà della Federico II; ma anche medicina della II università di Napoli è divisa: addirittura tra il capoluogo campano e Caserta. Sempre ieri, le diverse sigle hanno lanciato diversi siti coi blog su cui ognuno può scrivere la sua sulla controriforma: www. altrariforma.it è il sito della Rete della conoscenza; www.scuolachevogliamo.it www.universitachevogliamo.it sono i siti di Udu e rete degli studenti. Nessuna divisione, però, assicurano: il 7 el'8 si sta in piazza tutti insieme. Tra proposte e provocazioni: sempre ieri la rete Run della Sapienza ha chiesto a 15 «grandi contribuenti» (tra cui i gruppi Della Valle, Luxottica, Caltagirone) di tassarsi per finanziare le borse di studio. Una patrimoniale per il sapere.

 


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