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Gli studenti in piazza chiedono alla Cgil di indire uno sciopero generale

Un presente di occupazioni, pre-occupazioni e proteste, per un futuro migliore, da protagonisti. Gli studenti delle superiori e dell’università assieme a dottorandi, assegnisti, ricercatori e precari del Bo hanno dato vita ieri mattina a un imponente corteo per le vie di Padova

18/11/2010
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Il Mattino di Padova

Un presente di occupazioni, pre-occupazioni e proteste, per un futuro migliore, da protagonisti. Gli studenti delle superiori e dell’università assieme a dottorandi, assegnisti, ricercatori e precari del Bo hanno dato vita ieri mattina a un imponente corteo per le vie di Padova. Oltre 1200 giovani hanno manifestato per il diritto allo studio, contro la riforma Gelmini e i tagli all’istruzione pubblica e alla ricerca decisi dal governo, senza dimenticare Berlusconi. Con una deviazione fuori programma il corteo si è diretto al centro Altinate-San Gaetano, dove una delegazione è stata accolta al convegno della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil: «Chiediamo alla Cgil di indire uno sciopero generale», ha detto al microfono Davide Filippi, a nome degli studenti in manifestazione, di fronte al segretario generale Susanna Camusso e al segretario nazionale di Flc-Cgil Domenico Pantaleo. Nessuno dei due, comunque, ha voluto rilasciare dei commenti in tal senso.
 Sia raccolta o meno, la richiesta è comunque arrivata forte e chiara al sindacato. Intervenire con una proposta di carattere nazionale al convegno «La conoscenza motore dello sviluppo del Paese» è stata una piccola-grande vittoria del movimento studentesco, unito ieri mattina come non lo si vedeva da tempo. Più che il numero - tra le 1200 e le 1500 presenze, 3000 per gli organizzatori, alcune centinaia per la Questura - ha colpito la voglia di farsi sentire e la capacità di muoversi in maniera costruttiva, al di là degli slogan. In testa al corteo, dietro lo striscione «Il sapere è un bene comune, riprendiamoci il futuro», si sono piazzati gli studenti medi, i più numerosi. Facce fresche, poca esperienza e tanto entusiasmo. A metà gli universitari, con un folto gruppo di Psicologia, facoltà «preOccupata», che sfoggiava manifesti con scritto: «I nostri nonni lottavano per libertà e amore, noi per un educazione migliore». In fondo, sempre più «indisponibili», i rappresentanti del precariato accademico, destinati a non avere futuro con il ddl Gelmini: dottorandi, assegnisti, assistenti, ricercatori. Nei cori le stesse parole d’ordine della visita di Berlusconi a Padova: «mafioso», «bunga-bunga non lo vogliamo», «noi la crisi non la paghiamo» e «respingiamo questa riforma», con qualche «vaffa» alla ministra dell’Istruzione. Partiti alle 9.30 da piazza Antenore, dopo aver attraversato le piazze, via Dante e piazza Insurrezione, in piazza Garibaldi gli studenti hanno fatto capire di voler uscire dal percorso, virando verso porta Altinate. Una piccola delegazione nel frattempo stava concordando l’intervento al convegno della Cgil. Qualche minuto di incertezza, di fronte al cordone di poliziotti e carabinieri, poi il via libera. Arrivati al centro Altinate gli studenti si sono fatti sentire per mezz’ora, in attesa del ritorno dei loro rappresentanti. Quindi sono ripartiti verso via Morgagni e via Bassi, terminando la marcia in via Venezia, di fronte all’ex-Fiat, con un sit-in che ha bloccato l’arteria verso la Stanga per circa mezzora. Un modo per simboleggiare il blocco all’istruzione e alla ricerca in atto negli ultimi dieci anni da parte dei governi di destra e di sinistra. Per ovviare all’occupazione di via Venezia i vigili hanno deviato il traffico per via Rismondo

Simone Varroto


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