Gli studenti dei tecnici del Nord più bravi dei liceali del Sud E in Calabria i maestri insegnano a barare ai test della primaria
Ma, eliminati i fattori esogeni, esistono scuole molto efficaci anche nel Mezzogiorno
Angela Iuliano
Gli studenti degli istituti tecnici del Nord Italia sono più bravi dei compagni dei licei del Centro e del Sud. Ma, in generale, analizzando gli apprendimenti in italiano e matematica in termini di valore aggiunto, la scuola italiana più efficace è un istituto scolastico meridionale in Sicilia, a Catania. È un quadro in chiaro scuro quello dipinto dal Rapporto Invalsi 2016 sulle rivelazioni nazionali degli apprendimenti in italiano e matematica, presentato al Miur (www.inlvasi.it). Con una partecipazione tornata quest'anno sui livelli che sfiorano il 100% dopo i boicottaggi dello scorso anno legati alle proteste contro la Buona Scuola, le prove Invalsi hanno interessato 2milioni 225mila 352 studenti di II e V primaria, III media e II superiore di circa 12.200 scuole statali e paritarie di tutta la Penisola. Evidenziando un'Italia a tre velocità sul fronte degli apprendimenti. Con il Nord Est e il Nord Ovest che corrono con risultati eccellenti soprattutto in Lombardia e Veneto. Buoni risultati al Centro, in miglioramento, con una testa di ponte, le Marche e con il Lazio in controtendenza rispetto agli anni scorsi soprattutto nel primo ciclo. Arranca il Sud, ancora in difficoltà, con la Sardegna fanalino di coda e con molto dietro anche Calabria, Sicilia e Campania. Unica regione meridionale che conferma un risultato positivo è la Puglia con dati che si attestano sulla media nazionale.
Lo scarto rispetto alla media nazionale del punteggio del Mezzogiorno, picco in II primaria, va aumentando progressivamente procedendo nell'itinerario scolastico, mentre si allarga quello rispetto al Nord. Così, alla fine delle medie raggiunge in italiano 14 punti nel caso del Sud e 20 nel caso del Sud-Isole, in matematica rispettivamente 19 e 23 punti. In II superiore le differenze si attestano, in italiano, a 19 punti per il Sud e 22 per il Sud-Isole, e in matematica a 18 e 25 punti. Non solo. Le regioni meridionali si caratterizzano anche per una maggiore variabilità tra le scuole e tra le classi rispetto agli istituti del resto d'Italia già alla primaria e alle medie. In altre parole, il sistema d'istruzione nelle regioni insulari e del Sud è meno capace di assicurare uguali opportunità di apprendimento a tutti gli studenti. Dall'altra parte, però, esaminando il valore aggiunto (novità del Rapporto Invalsi 2016) cioè l'efficacia delle scuole a parità di condizioni, depurando i risultati dall'effetto dei fattori esogeni, è possibile individuare scuole molto efficaci proprio nel Mezzogiorno. Anzi, la scuola italiana più efficace in termini di valore aggiunto è proprio un istituto siciliano a Catania. Segno che, commenta Roberto Ricci, responsabile dell'area prove dell'Invalsi, «non occorre esportare dal Nord al Sud modelli di miglioramento» degli apprendimenti, ma basta «individuare quelli presenti sul territorio».
Soffermandosi in particolare sul secondo ciclo di istruzione, Ricci nota che «gli istituti tecnici del Nord, soprattutto del Nord Est, hanno in matematica un punteggio più alto dei licei del Centro e del Sud e Sud-Isole», dato registrato già negli anni passati ma che ora si conferma in modo significativo. Due le spiegazioni secondo Ricci: «Il tessuto sociale ed economico che riconosce un valore sociale agli istituti tecnici, favorendone la scelta da parte dei ragazzi e delle famiglie per un reale interesse verso questi indirizzi di studio, non percepiti come seconde scelte; il territorio che ne avvalla il risultato, cioè l'istituto tecnico offre ai diplomati lavoro». Al contrario, al Centro-Sud si scelgono i tecnici non per un reale orientamento, per le proprie attitudini e interessi, ma come scuole di serie B rispetto ai licei, con il risultato di «abbassare il livello generale degli apprendimenti».
Resiste al Sud il cheating, l'aiutino dei docenti agli alunni nel rispondere alle prove Invalsi, che in Calabria si registra già alla primaria. «Un problema più educativo che statistico», commenta Ricci ricordando «esempi virtuosi dove il valore scende, come in Sardegna che pur ha risultati bassi».